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Recensione di: Il Grinta

28/01/2011 | Recensioni |
Recensione di: Il Grinta

Non c’è niente da fare: quando Ethan e Joel Coen decidono di fare un film siamo sempre vicini alla perfezione. Non si smentiscono nemmeno nella loro ultima fatica “Il Grinta”, in cui i fratelli di Minneapolis si confrontano da un lato con un nuovo genere (il western) e dall’altro con un remake. I Coen propongono infatti al pubblico il rifacimento del western “True Grit” di  Henry Hathaway, che nel 1969 portò il protagonista John Wayne a vincere il suo unico premio Oscar.
La storia, tratta dal racconto di Charles Portis, racconta le vicende di Mattie Ross (Hailee Steinfeld), una quattordicenne, che ha sete di vendetta. Suo padre infatti è stato ucciso dal bandito Tom Chaney (Josh Brolin) e la giovane donna, per assolvere al suo “compito”, decide di ingaggiare Reuben J. 'Rooster' Cogburn (Jeff Bridges), uno sceriffo spietato e rude, che, per 100 dollari, decide di mettersi alle calcagna del criminale. Si tratta quinti di una sorta di road movie a cavallo, che mantiene però lo stile e il gusto dei western più classici. 
Nonostante la storia di questo “Grinta”sia praticamente la stessa rispetto al suo illustre predecessore, i due registi/sceneggiatori decidono di concentrare la loro attenzione sul punto di vista ragazzina. Infatti, mentre il personaggio di Jeff Bridges è Drugo (indimenticato protagonista de “Il grande Lebowski”) ai tempi dei pistoleri - disperato, solo ed alcolizzato – , Hailee Steinfeld ha l’arduo compito di mettere in scena una Dorothy un po’ particolare, che accetta di volare over the rainbow, ma per farlo deve mettersi il cappello da uomo e una pistola in tasca. Insomma una donna moderna ed emancipata, che non si assoggetta al volere del destino, ma agisce per ottenere il suo scopo. Questo personaggio è in effetti il più interessante della pellicola, dato che gli altri sono tutti stereotipi già visti al cinema.
La pellicola è ben strutturata e la storia procede in modo molto (forse troppo) lineare, differentemente agli altri lavori dei Coen. La visione di questo film spiazzerà un po’ tutti i fan, perché addirittura anche la loro visione del mondo è cambiata e forse è maturata. Il mondo in mano al caos delle precedenti pellicole, lascia spazio ne “Il Grinta” ad una visione religiosa della società, in cui esiste una giustizia divina che prima o poi si farà viva e trarrà le sue conclusioni. Certo, questa giustizia è bypassata dalla loro visione unilaterale che si rifà più allo spirito dell’ “occhio per occhio, dente per dente”, più che alla divina misericordia del mondo cattolico.

Davide Monastra

 


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