Italy in a Day – Recensione
Italiani sognatori, italiani senza speranza, italiani che si piangono addosso e chi trova ancora il bello in poco, magari in un panino col prosciutto. Questa è l’Italia vista dal suo popolo, attraverso la mano attenta di Gabriele Salvatores che con Italy in A Day ci regala un ritratto, forse a tratti un po’ troppo sentimentale, ma reale ed emozionante del Bel Paese.
Un social movie che ha scremato più di 44.197 video ricevuti, montandone 632 con altrettanti italiani protagonisti, una pellicola particolare, nata da un’idea di Ridley Scott, che per forza di cose finisce per essere retorica, ma che innegabilmente trascina lo spettatore, toccato nel profondo dalle vite di gente semplice, di gente come noi.
Attraverso uno schema ben preciso che segue un’intera giornata e grazie ad un montaggio fatto di raccordi azzardati tanto quanto intelligenti, Italy in A Day ci colpisce per un leitmotiv che ritroviamo negli occhi della maggior parte degli italiani: la speranza.
La speranza negli occhi di un bambino appena nato, di chi si immerge nel silenzio o nella natura per ritrovare se stesso, per chi il sabato sera non è bagordi ma pace ed isolamento con una o due persone che ama, è negli occhi di un ragazzino che scopre il mondo, di un padre divorziato che vede, una volta a settimana, il proprio figlio corrergli incontro.
Salvatores ci regala un ritratto di un’ Italia che, grazie proprio al meglio del suo popolo, è lontana dal definirsi finita, in uno spaccato che raccoglie in sè anche tutte le contraddizioni proprie dell’essere umano. Ed è impossibile non rivedersi in moltissime di quelle confessioni, in moltissimi di quei momenti.
E’ uno stream of consciousness quello che il regista premio Oscar ci regala, senza sceneggiatura, senza un canovaccio da seguire, se non quello delle 24 ore di una giornata, in un’opera che si trasforma in un diario fatto di emozioni e confessioni, di momenti ordinari che per il singolo e, innegabilmente anche per chi lo guarda, diventano speciali.
Salvatores sembra dirci che la verità, la vita, si trova nelle piccole cose, nei sogni e nella speranza, ma anche nella paura, in un volto che non ci riconosce più, in quello che si illumina quando ci vede e in quello, invece, che non rivedremo mai. La meraviglia dell’ordinario e la sorpresa del quotidiano (positiva o negativa che essa sia) viaggiano in parallelo, dove il cineasta molto intelligentemente piazza un sottotesto “malickiano”.
Italy in A Day, infatti, potrebbe essere visto anche come una riflessione sull’esistenza, sul nostro essere al mondo e, in piccolo, sul perché stare e rimanere in Italia e qui la risposta è aperta (anche se filtrata da Salvatores e dalla sua scelta di quel video piuttosto che un altro), toccando poi allo spettatore scegliere il proprio messaggio.
Un film emozionante ed emozionato a cui Salvatores ha saputo donare un’anima, quella stessa anima che vive in ogni singolo italiano che ogni giorno ha la curiosità di alzarsi per vedere cosa la giornata gli riserverà.
Sara Prian