Trash – Recensione
La poverissima realtà delle favelas brasiliane rappresentate in tutto il loro realismo. Un trio di ragazzi (Raphael, Gardo e Rato) che, amici e complici, si lasciano coinvolgere in una movimentata avventura. E ancora: azione, amicizia e giustizia contro la corruzione e la ricchezza dei potenti. Questi gli ingredienti di Trash, nuovo film di Stephen Daldry (Billy Elliot, The Hours) presentato al Festival del Cinema di Roma, adattamento cinematografico dell’omonimo libro scritto dall’autore inglese Andy Mulligan. Accanto a Daldry, il produttore esecutivo brasiliano Fernando Meirelles (City of God) e lo sceneggiatore Richard Curtis.
Daldry ambienta il suo thriller d’azione sullo sfondo di un Brasile mostrato in tutte le sue contraddizioni e disuguaglianze sociali che contrappongono la povertà di un grande popolo alla ricchezza di pochi ricchi, un contesto in cui lo spettatore è calato pienamente in una prospettiva popolare tramite i tre ragazzi/protagonisti abituati alla spazzatura, alla sporcizia e a sgattaiolare in ogni angolo della città di Rio alla ricerca di cibo. A tenerli uniti è il coraggio, una grande amicizia e un profondo senso di giustizia che li spinge a mettere a repentaglio la loro stessa vita solo “Perchè è giusto!”.
La trama si mette in moto quando i tre ragazzi trovano un portafoglio pieno di soldi con degli indizi importanti che la polizia sta cercando per difendere un uomo ricco e corrotto.
Rivolto per lo più ad un pubblico giovane, Trash non è nulla di diverso dai film per ragazzi che già si sono visti e che siamo abituati a vedere. Una sceneggiatura carente e a tratti commerciale viene sostenuta da un ritmo veloce ed incalzante, dalla performance impegnata di tre giovanissimi protagonisti, ai quali si augura l’inizio di una brillante carriera, e da un’ambientazione che rende perfettamente e costantemente l’idea di una povertà radicata. Una nota positiva, pensata ad hoc per dare maggiore risalto al film, è, senza dubbio, la partecipazione di due star internazionali come Martin Sheen, nel ruolo del prete, e Rooney Mara, volontaria nelle favelas.
Elisa Cuozzo