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Dracula Untold – Recensione

Sono passati 117 anni da quando Bram Stoker, nel 1897, si ispirò a Vlad III di Valacchia, detto l’impalatore, per creare il suo Dracula. In mezzo omaggi, pellicole, serie tv tutte dedicate al conte della Transilvania, fino ad arrivare a questo Dracula Untold, debutto al lungometraggio di Gary Shore, che porta sullo schermo le origini del mito ponendo al centro del racconto la vera storia del Principe di Valacchia e la sua battaglia per impedire all’Impero Ottomano di invadere la Romania.

Il primo fu Max Schreck, poi ci fu Gary Oldman, passando per l’impronta televisiva di Jonathan Rhys Meyers fino ad arrivare all’attuale Luke Evans. Dracula ha avuto diversi volti e diverse storie alle spalle: chi ha voluto omaggiare Stoker, chi si è solamente ispirato per scrivere una storia completamente nuova e chi, come Shore, ha deciso di creare un ibrido.

Dracula Untold, infatti, altro non è che un film storico d’azione e guerra condito con elementi soprannaturali, dove si vuole tentare di raccontare le origini del conte più famoso dell’horror, lì dove la realtà si fonda con la leggenda. E se a breve vedremo, sempre da parte della Universal, riesumata la Mummia, sembra che questa opera di Shore voglia cercare, in qualche modo, di portarsi ai livelli del Batman di Nolan, resuscitando un personaggio famoso su cellulosa, prima che su celluloide, donandogli una nuova entità.

Ed è qui che nasce il Vlad di Luke Evans, un mostro che si sente eroe, una figura tormentata che si dissolve in pipistrelli (ed ecco che torna ancora una volta il riferimento a Batman) un personaggio comunemente villain, che diventa qui il paladino del proprio popolo.

Sia ben chiaro, di pauroso in questa pellicola c’è ben poco. L’impronta scelta dal regista è quella che lo avvicina più ad un cine-comic che a qualsiasi horror, in un film imponente che ha il suo punto debole in una sceneggiatura che manca completamente di caratterizzazione dei personaggi, del senso del tragico, finendo così a non temere, nemmeno una volta, per il destino, in particolar modo, del protagonista.

Non stiamo qui a discutere sulla licenza poetica che Shore si prende nel raccontare gli eventi storici, trasformando un sanguinario despota in un eroe pieno di buoni sentimenti, quello in una pellicola che si pone d’intrattenere ci può anche stare, non accettiamo però che il tutto ci venga presentato senza un minimo di coinvolgimento, senza riuscire, nemmeno per sbaglio, a regalarci i toni drammatici che la sceneggiatura si proponeva di raccontare.

Sì perché di base l’idea era assolutamente buona, si poteva davvero ricostruire un genere, raccontare con forza l’oscurità dell’animo del protagonista, la lotta per la conquista di una pace effimera ed, invece, il tutto sfuma in una bolla di sapone davanti ad una struttura narrativa asettica, abbozzata, con personaggi per i quali è impossibile provare odio o amore in quanto solo tratteggiati.

E se inizialmente veniamo anche impressionati, nonostante sia troppe volte sovraccaricato, dall’impianto visivo di questo Dracula Untold, ben presto ci troviamo davanti a sequenze ripetute che finiscono per annoiare fino ad un esalato finale che preannuncia un sequel di cui faremo, sicuramente, a meno. Ma la leggenda del temibile Conte deve continuare e che, così, Dracula, ahimé, Begins.

Sara Prian

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