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Confusi e felici – Recensione

Dal regista di Nessuno mi può giudicare (2011) e Viva l’Italia (2012), arriva al cinema una divertente commedia che vede il regista, Massimiliano Bruno dietro e davanti alla macchina da presa, per una pellicola agrodolce, caratterizzata da una buona dose di umorismo ma anche amarezza.

Al centro della vicenda Marcello (Claudio Bisio), uno psicanalista stanco di esercitare la propria professione. Cinico e svogliato, assiste una variegata cerchia di pazienti sull’orlo di una crisi di nervi: Nazareno (Marco Giallini) spacciatore che soffre di attacchi di panico e con un figlio in arrivo, Pasquale (Massimiliano Bruno) un 40enne mammone, Vitaliana (Paola Minaccioni) una ninfomane, Betta (Caterina Guzzanti) e il marito, Enrico (Pietro Sermonti) una coppia con problemi sessuali e Michelangelo (Rocco Papaleo) che non riesce a gestire la rabbia e il tradimento della moglie. Dopo aver scoperto di avere una grave malattia agli occhi, Marcello congeda i suoi pazienti che però decidono di aiutarlo, guidati da Silvia (Anna Foglietta), la fedele segretaria di lui.
“Una risata al giorno leva il medico di torno”, sarebbe il caso di dire così per poter descrivere al meglio Confusi e felici, perché se sulla carta la sceneggiatura risulta originale e divertente, dopo che il rapporto paziente-psicologo si ribalta, la narrazione diventa un pot-pourri di gags, atte solamente ad intrattenere il pubblico, con appunto, una buona dose di risate.

L’ironia non manca di certo, è la chiave del successo del film di Bruno, ma non c’è molto altro. Nonostante alcune storie di vita del gruppo disomogeneo di pazienti mettano al centro alcune tematiche e non siano nemmeno così troppo divertenti, anzi amare, la pellicola non riesce ad equilibrare bene i due registri, propendendo per quello comico, che sicuramente diverte di più lo spettatore medio.

Certo, rispetto ai due film precedenti del regista, Confusi e felici risulta molto più sentimentale ed emotivo e c’è da dire che la qualità migliore del film è quella di avere un cast di attori ben amalgamati fra loro, ma di per sé la pellicola non riesce a staccarsi dalle classiche storie all’italiana, distanti dai cinepanettoni, ma non troppo.

Un vero peccato questo, per un film che aveva tutte le carte in regola per poter dare e dire qualcosa di significativo, ma che nel costruirsi sembra aver perso il suo vero intento, auto relegandosi a mero prodotto commerciale fruibile a tutti.

Alice Bianco

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