Interstellar – Recensione
In circa tre ore, tutto può accadere e infatti accadrà (ma non necessariamente dev’essere tutto negativo). Così si può riassumere Interstellar, la nuova fatica di Nolan, che seguendo il principio statistico-matematico centrale della famosa Legge di Murphy, ha dato vita ad una pellicola che a tratti certo, sembra il classico disaster movie sull’effimera esistenza dell’uomo sulla Terra o una serie di citazioni da Gravity, Moon e 2001: Odissea nello spazio, ma nel profondo è qualcosa di nuovo, che proprio per la sua caratteristica di voler far emozionare in quel suo caos galattico, non può che essere considerato un film di cui De gustibus non est disputandum.
Al centro della pellicola il nostro pianeta e la sua imminente estinzione. Una piaga sta uccidendo i raccolti della Terra, da diversi decenni l’umanità è in carestia e quasi tutti sono diventati agricoltori per poter garantire cibo a sufficienza. L’ex astronauta Cooper (Matthew McConaughey), costretto a diventare anch’egli agricoltore, scopre però, grazie all’intuito della figlia, che la NASA è ancora attiva e che gli scienziati per salvare la Terra hanno deciso di affidarsi ad un warmhole comparso vicino a Saturno ed in grado di condurli in altre galassie. Cooper insieme alla dottoressa Brand (Anne Hathaway) e altri astronauti, raggiungeranno il warmhole per scoprire un pianeta adatto su cui trasferire la razza umana.
Sopravvivenza della specie, futuro, fiducia e soprattutto amore, questi i concetti principali messi a nudo dai fratelli Nolan, in una pellicola che sembra più un inno alla vita, al sacrificio e alla ricerca della verità e di un futuro migliore, più che il classico film di fantascienza.
Nolan da sempre ha abituato lo spettatore a riflettere, a scervellarsi e continuare a riformulare teorie e pensieri durante la visione del film, in Interstellar certo questo non manca, ma grazie anche ad un clima di tensione e alcune scene d’amore toccanti, questo nuovo universo creato ad hoc, è più emozionale e distante dai precedenti. Un nuovo mondo, una nuova galassia esplorata, passo dopo passo assieme allo spettatore.
C’è chi potrà considerare proprio tutto ciò, un surplus più che un plus, certo, dipende dai punti di vista, ma quel che è sicuro è che, se l’intento della coppia fraterna fin dall’inizio è stato quello di voler stupire, dar vita a qualcosa di spettacolare che affascina e penetra nella mente, il risultato è stato raggiunto.
Con il silenzio dello spazio e del tempo, la potenza delle musiche di Hans Zimmer, che caricano il film di tensione ed un montaggio adrenalinico, Nolan e la sua squadra, compresi i protagonisti, McConaughey, Hathaway e Chastain, hanno sottolineato però come, teorie scientifiche a parte, la pellicola sia basata sull’amore, il vero meccanismo che muove la Terra e laddove siano riusciti a far anche breccia nel cuore dello spettatore, beh, quello è il surplus.
Interstellar quindi, può essere considerato un vero e proprio omaggio al nostro pianeta e alla sua popolazione e alle menti umane. Molti film le dipingono sempre a tratti negativi, Cooper, la figlia Murphy e la dottoressa Brand invece, rappresentano qui la speranza, lo strumento, al di là delle tecnologie, su cui l’uomo può contare: fidarsi degli altri e di se stessi, perché tutto può accadere, questo il messaggio.
Alice Bianco