Words and Pictures – Recensione
Sono passati 10 anni da quando Fred Schepisi ha diretto il suo ultimo lungometraggio, Vizio di famiglia. Un regista poliedrico che durante la sua carriera ha colpito tutti per essere stato in grado di passare, con estrema semplicità, dalle commedie ai drammi. Ed è così che con il suo ultimo lavoro, Words and Pictures, presentato al Festival di Toronto nel 2013, Schepisi mette in scena tutto quello che tra gli anni’80 e i ’90 lo ha portato al successo: la giusta dose drammatica, condita dal quel pizzico di commedia romantica.
Ma se durante la sua carriera ha sempre scisso le due cose è proprio con questa pellicola che riesce a fondere due cose opposte, un po’ come le Parole e le Immagini tanto care ai due protagonisti Jack Marcus, insegnante di letteratura devoto all’inchiostro della penna e Dina Delsanto, artista e insegnante di pittura avanzata, devota al colore del pennello. Interpretati da due magnifici attori come Clive Owen e Juliette Binoche, i due protagonisti si trovano a “combattere” una guerra tra parole e immagini, cercando di dimostrare l’importanza maggiore di uno rispetto all’altro.
Distici, opposti che si attraggono, binari che corrono su due percorsi differenti per poi inevitabilmente incrociarsi. Questo è Words and Pictures un dramedy, come detto, intelligente che cerca di fare breccia nel cuore dello spettatore stuzzicandogli la mente attraverso la forza delle parole e delle immagini.
E per raccontare al meglio questa dicotomia, cosa se non il cinema che è, per eccellenza, il rapporto tra immagini e parole? Per farlo Schepisi utilizza una struttura classica, delle situazioni già viste e scontate, ma che, nonostante questo, si fanno amare. La pellicola, infatti, va al di là dei suoi meriti e si conquista la fiducia dello spettatore, attraverso un’attenta caratterizzazione dei personaggi, aiutata da due protagonisti meravigliosi come Juliette Binoche e Clive Owen.
I loro personaggi sono due opposti che, esattamente come le tanto amate parole ed immagini, scoprono di non essere poi così antitetici, di completarsi, di poter essere l’uno il prolungamento dell’altro, il tutto sullo sfondo di riferimenti pseudo intellettuali che strizzano l’occhio a L’Attimo fuggente.
Schepisi gioca sia con il linguaggio che con la componente visiva, regalandoci bellissimi giochi di parole (che temiamo si possano perdere con la versione doppiata) e altrettanto interessanti opere d’arte create dalla stessa Binoche. E’ suo, infatti, il personaggio maggiormente riuscito, dove l’attrice, con una chimica pazzesca con Owen, si mimetizza completamente all’interno di Dina DelSanto, regalandoci una performance toccante e sentita.
Words and Pictures è quanto di più classico il cinema contemporaneo ci può regalare, ma non per questo meno emozionante.
Sara Prian