Mortdecai – Recensione
Ritorno sul grande schermo in pompa magna per l’istrionico Johnny Depp e il regista, meglio conosciuto come sceneggiatore, che lo aveva già diretto nell’inquietante Secret Window (2004): David Koepp. La coppia, grazie anche al resto del cast, mette in scena una commedia a tratti divertente, nella quale però a spiccare non è solamente il protagonista, bensì l’intero cast, questo a discapito dello stesso Depp, che finisce per dimostrare “il solito se stesso”, sempre imprigionato nei panni di Jack Sparrow.
L’attore qui, indossa gli abiti eleganti di Charlie Mortdecai, mercante d’arte ed amante della bella vita, che un giorno viene invitato dal suo acerrimo nemico del servizio segreto inglese, Alistar Martland (Ewan McGregor) a recuperare un dipinto del Goya andato trafugato. Mortdecai accetta d’imbarcarsi nell’impresa sperando così di estinguere il suo debito reale, nonostante debba andare in California. Per fortuna che a guardargli le spalle c’è sempre Jock (Paul Bettany), il suo braccio destro e la sua particolare moglie (Gwyneth Paltrow).
Mortedecai anela in sé la medesima atmosfera dei romanzi da cui è tratto (creati da Kyril Bonfiglioli), una trilogia spionistica che con la sua buona dose di comicità e thriller, incentrata sulla figura del protagonista, ne fa un ritratto anticonformista perfetto, un po’ come ha dimostrato di essere lo stesso Depp in questi ultimi anni.
L’intera commedia infatti, diretta senza troppi colpi di genio e fronzoli, è un po’ sopra le righe, proprio come il suo protagonista. Il regista gli imbastisce un ruolo da caratterista che qui, con i baffetti all’insù che ricordano molto l’ispettore Clouseau, quel fascino ed humour inglesi forbiti ma allo stesso tempo comici al limite della stupidità, sono i suoi tratti distintivi.
Il successo del film però, dato da alcune scene qua e là degne di nota e a tratti divertenti, è da imputare più al resto del cast, ottimo supporto ad un truffatore che, inutile negarlo, non gode di una sua particolare personalità. Mortdecai purtroppo ricorda spesso, nelle sue espressioni e nelle movenze, il pirata Sparrow, personaggio che Depp sembra non riuscire più a scrollarsi di dosso da anni.
Oltre alla recitazione del protagonista, anche il mondo creato da Koepp sembra mancare un po’ di originalità, troppo ancorato alla fantasia di registi brillanti venuti prima di lui (Blake Edwards e Wes Anderson). Certo è che l’ambientazione, il ritmo e le battute dell’intero cast, riescono a dar vita ad una pellicola divertente, che ricorda in alcuni tratti le slapstick di inizi ‘900; l’unica pecca forse, che destabilizza l’armonia del film è proprio l’attore principale, una figura troppo originale di per sé, che esagera, finendo per storpiare la pellicola.
Alice Bianco