Into The Woods – Recensione
Rob Marshall è il re del Musical, da Chicago a Nine fino ad arrivare ad Into the Woods, trasposizione cinematografica del celebre spettacolo teatrale di Broadway, che il regista decide d’interpretare a modo suo creando un’atmosfera avvolgente, seppur scura, dove le canzoni sono la partitura, il filo d’Arianna che lega le diverse fiabe che, per la prima volta, ritroviamo tutte insieme per combattere lo stesso nemico.
Siamo, infatti, davanti alla rivisitazione delle storie dei fratelli Grimm dove al centro della scena ci sono il fornaio e sua moglie, alla ricerca degli elementi magici per ricevere dalla Strega, un’imperiosa manco a dirlo Meryl Streep, il dono del tanto atteso figlio.
Gli Avengers delle fiabe. Questa è stata la prima cosa che mi è venuta in mente vedendo riuniti in una stessa scena la Strega Cattiva, i fornai, Cappuccetto Rosso, Cenerentola, Raperonzolo, Jack e i vari principi azzurri, il tutto però condito da canzoni coinvolgenti che mettono in risalto le doti canore dei protagonisti. Certo, molte volte anche troppo, ad esempio la bellissima voce di Chris “Sinatra” Pine (come è stato più volte definito dal cast) stona rispetto alle altre voci e lui e il suo magnifico parrucchino biondo sembrano non avere troppa ragione d’essere all’interno della storia.
Mettendo subito in chiaro che siamo davanti ad un musical dove il parlato è ridotto ad un totale di 2 minuti su una pellicola da 124, tagliamo subito fuori l’80% del pubblico italiano che, appena sente cantare, rabbrividisce e vorrebbe scappare via come se fossimo davanti al demonio. Da qui la furbizia del marketing nostrano di mostrare un mini trailer senza far capire mai una volta che cantano… si conoscono i propri polli.
Into the Woods, distrutto dalla critica italiana per i suoi oggettivi errori d’impostazione (ad esempio quando la storia sembra stia per finire, ricomincia) e di gestione dei tempi è però un’opera che non si può scartare pienamente, vi spiego il perché. Rob Marshall riesce ad amalgamare un cast stellare che trova le sue vette nella coppia storica Meryl Streep ed Emily Blunt e i suoi momenti più bassi in Johnny Depp e Chris Pine, mettendo insieme nel calderone tutte le loro caratteristiche e facendone uscire un’incantesimo che avrà però effetto solo sul alcuni, altri invece rimarranno impassibili davanti alla magia che si formerà di fronte ai loro occhi.
Perché il problema principale di questa pellicola è quella di accettare gli errori evidenti e di lasciarsi trasportare dalle note e dall’atmosfera in una fabula che richiama alla mente tutti gli elementi base delle favole dei fratelli Grimm: dalla strega, alla famigerata “quest”, all’oggetto magico da ritrovare e via discorrendo. C’è tanta carne al fuoco, ma tutto trova la sua ragione d’essere attraverso la musica che si fa opera, attraverso i dialoghi che si fanno note, attraverso un bosco pauroso, metafora degli incubi di tutti i bambini, metafora di una vita vissuta alla ricerca di qualcosa di bello, dell’amore che, alla fine, tutto unisce e allo stesso tempo tutto fagocita.
Difficile prevedere se Into the Woods troverà il favore del pubblico, soprattutto viste le discussioni nate con i colleghi critici, dipenderà se l’incantesimo della Disney e Rob Marshall, avrà o meno effetto su di voi.
Sara Prian