Mad Max: Fury Road – Recensione
Potenza visiva, adrenalina, velocità, violenza, queste le caratteristiche del remake del successo anni ’80, Mad Max. Dopo dieci anni di lavoro, il regista australiano George Miller si supera, confezionando una pellicola elettrizzante, che sin dall’inizio non lascia respiro, cattura lo spettatore e lo insinua nel suo folle vortice.
Ambientato in un imprecisato futuro post-apocalittico, in mano a dei predoni, il film vede il loro capo, il villain Immortan Joe (Hugh Keays Byrne), controllare la Cittadella con il pugno di ferro, imponendo il culto della sua persona. Suoi prigionieri sono, Mad Max (Tom Hardy), un ex poliziotto e la compagna l’”Imperatrice” Furiosa (Charlize Theron), che decide di tradire il dittatore portando con sé le sue schiave e concubine. Nel viaggio per raggiungere la terra natia e mettersi in salvo, la donna sarà aiutata da Max e Nux (Nicholas Hoult), un seguace di Immortan Joe.
Corse mozzafiato sulla sabbia, paesaggi spettrali a contrapporsi a quelli più assolati, personaggi che hanno dell’incredibile (Immortan sembra spuntare da un film di Rob Zombie) e un clima di desolazione puro, nonostante le scariche di adrenalina ed energia insite nelle spettacolari sequenze d’azione.
Pochi sono i momenti di stasi, non c’è nemmeno tempo per piangere i morti, quella Fury Road del titolo, caratterizza infatti l’intero film e quasi come dei dannati appartenenti all’Inferno di Dante, i protagonisti sono costretti ad andare avanti, quasi come fosse la loro condanna alla pena di essere sopravvissuti alla fine del mondo.
In questo paesaggio, che nonostante le atmosfere calde, alternate a quelle più fredde della notte (quasi tele impressioniste), è sempre e comunque desolante, si contraddistinguono i due protagonisti. Un Tom Hardy, Max, che con il suo esprimersi a gesti e grugniti più che a parole, nasconde una disperazione e voglia di redenzione simile a quella di Furiosa, la vera eroina della storia.
L’azione e il successo del film infatti, oltre che agli inseguimenti in auto e camion, sono presenti grazie ad un cast variegato ma potente, uomini e donne coraggiose, creatrici di vita; quest’ultime, ancor più degli uomini, ben consce e fiduciose che la speranza è l’ultima a morire, nonostante il clima intorno a loro sia tutt’altro che così.
Con Mad Max siamo sicuramente davanti ad un blockbuster, ma il film non è solo questo, è anche cura dei dettagli, sia per quanto riguarda la regia che il montaggio e la volontà di raccontare una storia, senza tanti fronzoli, ma solamente facendo intuire alcune cose allo spettatore, dandogli la possibilità di godersi lo spettacolo ed immagazzinare quel senso di desolazione e follia, dove purezza e brutalità, vita e morte e altri opposti, convivono.
Alice Bianco