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Il Fascino Indiscreto dell’Amore

Trasposizione cinematografica del romanzo “Né di Eva né di Adamo” della scrittrice belga Amélie Nothomb, Il fascino indiscreto dell’amore di Stefan Liberski, è stato presentato al Festival del Cinema di Roma 2014 e si caratterizza per la sua spigliatezza, nei colori, sapori e paesaggi della Tokyo millenaria e moderna, nonché nella personalità dei protagonisti.

Lei è Amélie (Pauline Étienne), nata per caso in Giappone, che ha lasciato a soli cinque anni, ormai 20enne, è decisa a ritornare nella capitale nipponica. Lui è Rinri (Taichi Inoue), il suo primo e unico studente a cui darà lezioni di francese, un giovane giapponese di buona famiglia con il quale creerà subito un rapporto molto intimo. Tra sorprese, momenti felici e le differenze culturali, Amélie scoprirà così sé stessa e una parte di Giappone che non aveva mai immaginato prima.

Impossibile non rimanere incantati e travolti, fin da subito, dalla spensieratezza di una bravissima Pauline Étienne. Ad inserirsi a testa alta in un primissimo scorcio della vita quotidiana giapponese, è proprio il suo volto e abbigliamento da marinaretto europeo.

Amélie, un po’ come la protagonista dell’omonimo film di Jeunet, sembra quasi vivere in un mondo tutto suo, è una ragazza indipendente, che oltre a viaggiare con la fantasia però, rispetto alla compagna di celluloide francese, ama scoprire posti e culture nuove, con un occhio particolarmente attento e con un animo ancora puro e fanciullesco.

Quello che non le manca è infatti l’entusiasmo, il suo fare disilluso che da subito sorprende sia Rinri che lo spettatore. “Amo il Giappone”, lei lo dice più volte e se in una prima parte i suoi sogni (in particolare quello di diventare una scrittrice giapponese e di amare un ragazzo nipponico) la innalzano e la rendono leggera, dovrà ben presto fare i conti con la realtà.

Vivere Tokyo da turista infatti, è molto più facile, risiederci per poter continuare a sognare, più impegnativo, ed ecco che come dice Amélie, “tutto quello che amiamo diventa finzione”. La protagonista si riferisce sia alle difficoltà economiche, che ai cataclismi naturali e alle crepe di un rapporto.

Quello che rimane è l’immagine di un Giappone dai mille colori naturali, ma anche del buio e dei neon: antico e moderno convivono, dimostrazione e metafora del passaggio dall’età adolescente a quella adulta, della stessa protagonista.

Comicità, allegria, ma anche sensualità e riflessione, in Il fascino indiscreto dell’amore c’è tutto questo, per una miscela esplosiva e allo stesso tempo agrodolce, che regala allo spettatore tanto divertimento, ma anche tempo per “crescere”, riflettere su se stessi e su ciò che veramente si vuole nella vita.

Alice Bianco

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