Magic Mike XXL – Recensione
Sesso (simulato), soldi (banconote che piovono copiose) e musica hip-hop.
Magic Mike torna a esibirsi insieme a quattro dei suoi vecchi compagni noti come i “Re di Tampa” e lo fa davvero in formato XXL. Questa volta infatti tutto diventa ‘big size’: oltre i muscoli dei nostri stripper, qui tutto è grande, esagerato, rumoroso, extralarge.
Sono passati tre anni da quando Mike era la punta di diamante dei “Re di Tampa”. Ora Mike si dedica a tempo pieno alla sua attività di restauratore di mobili e anche i suoi ex compagni stanno per gettare la spugna. Ma, prima di ritirarsi, vogliono fare un’ultima esplosiva esibizione durante la stripper convention a Myrtle Beach insieme al mitico Magic Mike. Il ragazzo non se lo fa dire due volte e decide di fare la sua ultima esibizione insieme al suo gruppo. Durante il viaggio, passando per Jacksonville e Savannah, i ragazzi faranno nuove esperienze, avranno modo di esibirsi imparando nuovi stili e conosceranno persone che lasceranno un segno nelle loro esistenze. Prima di tornare alla vita vera.
Il cambio di regia (Gregory Jacobs al posto di Steven Soderbergh, qui produttore esecutivo, direttore della fotografia e montatore) non ha certamente giovato a questo secondo capitolo delle avventure del mitico stripper Mike Lane. Ma a onor del vero, il difetto principale di Magic Mike XXL non è nella regia ma nella sceneggiatura.
La voglia di riscatto dei ragazzi protagonisti del primo film, il sogno americano fatto di successo, fama e soldi (che nel film diretto da Soderbergh erano la forza propulsiva di una vicenda che raccontava anche un’America in piena crisi di valori morali), lasciano qui il passo a un’avventura ‘on the road’ dal sapore kitsch costellata di battute poco felici tipiche da ‘fustacchioni’ in vena di goliardie. Le sfumature del primo capitolo, i momenti bui e venati di malinconia, lasciano il posto a un’orgia continua, alla ricerca del corpo perfetto, esibito e desiderato in modo spasmodico anche perché acquistabile con un pugno di banconote verdi. E sono loro, le donne (le regine, come le chiama la scaltra ‘maestra di cerimonie’ di un club privatissimo interpretata da Jada Pinkett Smith), a rendere XXL lo spettacolo, ridendo, godendo, divorando letteralmente i corpi offerti loro in pasto. Perché la priorità assoluta è il divertimento, lo sballo, l’emozione forte: ed in questo senso il film è il termometro sociologico di un’intera epoca più che di una sola nazione (che da sempre ha nell’ossessione per il divertimento uno dei suoi principi base).
E così il Magico Mike (Channing Tatum), lo statuario Birillone Richie-BDR (Joe Manganiello), il ‘metrosexual’ con doti canore Ken (Matt Bomer), il latino Tito (Adam Rodriguez) e il selvaggio Tarzan (Kevin Nash), passando da un numero all’altro, hanno modo di spogliarsi dei loro vecchi costumi di scena (i classici abiti da poliziotto, cowboy, marine) per trovarne degli altri che rappresentino meglio le loro identità (vedere il numero finale per credere).
E tra un’esibizione in un locale per drag-queen, un memorabile assolo in un minimarket ad opera di ‘Birillone’ Richie (con tanto di pioggia di patatine e di bottigliette d’acqua), un numero di Magic Mike in un club privato gestito dalla sensuale Rome, si arriva al gran finale dove, in uno show davvero ‘extralarge’, ognuno dei ragazzi avrà modo di esibirsi in un assolo speciale.
Ad accompagnare nel loro viaggio il bel Tatum e i suoi quattro amici (alle cui ‘tartarughe addominali’ vanno aggiunti i fisici scolpiti di altre tre new entry, star del club di Rome), un poker di presenze femminili di tutto rispetto interpretate da attrici del calibro di Jada Pinkett Smith (nel ruolo della provocatrice Rome), Amber Heard (nei panni di una ragazza dallo spirito libero amante della fotografia che impatterà sul fascino di Tatum), Elizabeth Banks (presentatrice del grande spettacolo finale) e una ritrovata e sempre splendida Andie McDowell (nei panni di una donna ricca, bella ma insoddisfatta e desiderosa di godere della sua ritrovata libertà).
Dopo tanta musica, muscoli, sudore e urla, il viaggio di Mike e dei suoi compagni è davvero giunto al suo apice, accompagnato da musica da ‘sballo’ e ottime coreografie.
Ma ora è meglio che si fermi qui.
Elena Bartoni