Loro chi? – Recensione
E’ una sconfortante ma innegabile verità il fatto che, mai come oggi, in Italia ci siano “ottimi incentivi nel settore truffa”, proprio in virtù della legislazione del nostro Paese. Va da sé, quindi, che un film incentrato sulle vicende di un truffatore e del suo abile allievo non poteva che inserirsi in pieno nel filone della commedia di costume, erede della gloriosa commedia all’italiana.
Capolavori del cinema nostrano come Il sorpasso, I mostri o Il Mattatore a ben guardare altro non sono che ritratti di grandi ‘guasconi’, come Loro chi?, film costruito intorno alla carismatica figura di un maestro di truffe e inganni versione 2.0.
Certo, la sottile arte della truffa rappresenta anche un fortunato filone del cinema a stelle e strisce, basti pensare a successi come Il genio della truffa di Ridley Scott o Now You See Me di Louis Leterrier fino ad arrivare al più recente Focus – Niente è come sembra con Will Smith.
Questa volta la storia è quella di un truffatore tutto italiano che si muove tra la costa laziale e quella pugliese con una puntatina a Trento. Ed è proprio nella città del nord che vive e lavora David trentasettenne impiegato di un’azienda che sta per ottenere la tanto desiderata promozione a dirigente, grazie al lancio sul mercato di un prodotto rivoluzionario. Proprio durante la sessione di prova del lancio, David viene avvicinato da uno strano cameriere, Marcello, che riesce a conquistare le sue simpatie invitandolo poi a bere un aperitivo a casa sua. Nell’appartamento David viene attratto da due avvenenti amiche di Marcello e finisce per passare la nottata con lo strano terzetto. Il mattino dopo, David si sveglia da solo nell’appartamento completamente vuoto. Il giovane aspirante dirigente è stato derubato di tutto, dal portafoglio al cellulare. In poche ore David perde tutta la sua vita: fidanzata, casa e lavoro. Per recuperare ciò che ha perduto, si mette in cerca di Marcello. Una volta rintracciato l’uomo, David dovrà imparare l’arte della truffa per potersi riappropriare della sua vita.
L’intento da parte dei due registi esordienti Francesco Miccichè e Fabio Bonifacci (autore anche della sceneggiatura) di omaggiare Dino Risi e ‘il mattatore’ per eccellenza Vittorio Gassman è evidente per tutti i 95 minuti di Loro chi?, facendo leva sulla vena comica di Marco Giallini, ormai una delle ‘maschere’ più convincenti della nuova commedia italiana. A rafforzare l’istrionico talento dell’attore romano è poi la collaudata sintonia di coppia con il sempre più bravo Edoardo Leo (i due sono per la terza volta insieme in una commedia).
Partendo da un sincero omaggio al cinema di Dino Risi, ma anche a quello del maestro Monicelli (una spruzzatina de I soliti ignoti è evidente), i due registi confezionano un film che mescola commedia, road-movie, giallo e heist movie in un solare tour della truffa che tocca alcune amene località del Belpaese.
Dalle dune di Sabaudia, alla deliziosa Trani, fino a Trento, la coppia di truffatori si muoverà con più o meno disinvoltura in un gioco di inganni e di specchi che ha la struttura di una matrioska. E così, un racconto costruito su più piani che si basa su un sottile gioco sul tema dell’identità e del doppio, raddoppia e moltiplica i possibili livelli di lettura (spiegati da un finale a sorpresa).
Nel film la figura del truffatore viene, per così dire, psicoanalizzata: in fondo egli è un uomo che realizza sogni e desideri (“io sono un creatore di storie” dirà di sé Marcello), uno che “ti frega facendoti contento” (sono parole dello sceneggiatore).
Peccato che la cornice della storia, narrata dal principio dal giovane truffato a un editore a cui sottopone il manoscritto del suo libro che vorrebbe fosse pubblicato, naufraghi in un finale poco credibile e troppo ‘tirato via’.
Una sceneggiatura tutto sommato buona (fatto salvo, come detto, il finale) e una regia accurata ma senza guizzi fanno di Loro chi? un film piacevole e leggero al punto giusto, arricchito da interessanti agganci con l’attualità e alcune scene davvero divertenti (una su tutte, le false riprese di una fiction a Trani). A rimediare alle mancanze in sede di regia sono due interpreti perfetti, un Marco Giallini vero mattatore sempre più padrone della scena, e un Edoardo Leo che arricchisce il suo già interessante curriculum di attore e regista con una convincente prova degna di una spalla comica di razza.
Truffe, menzogne, raggiri, furti, travestimenti, fughe rocambolesche, tutto per suscitare emozioni vere, a fare da contraltare al pericolo di una vita piatta e noiosa.
Perché, come dice quella vecchia volpe del maestro truffatore Giallini: “le emozioni sono sempre reali, il resto è fila alla posta”.
Elena Bartoni