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Se mi lasci non vale – Recensione

La bellezza e il divertimento della commedia all’italiana di una volta, i film e il mito del principe delle risate Totò e quel pizzico di teatralità alla Eduardo de Filippo, rivivono sul grande schermo con il nuovo film diretto ed interpretato, tra gli altri, da Vincenzo Salemme. 

É proprio lui il protagonista, Vincenzo, che incontra una sera in un bar per caso Paolo (Paolo Calabresi). Entrambi sono stati lasciati dalle rispettive compagne, Sara (Serena Autieri) e Federica (Tosca D’Aquino) e sono a pezzi, condividendo il loro dolore diventano amici e decidono di farla pagare alle due ex: Vincenzo farà innamorare di sé Federica e Paolo farà lo stesso con Sara, dopodiché le abbandoneranno spezzando loro il cuore. A mettersi in mezzo Alberto (Carlo Bucirosso), un attore squattrinato che accetta di interpretare il ruolo dell’autista di Vincenzo e poi non si accontenta.

Prendendo spunto da una canzone degli anni ’70 di Julio Iglesias, Salemme e gli altri due sceneggiatori, Paolo Genovese e Martino Coli, imbastiscono una commedia degli equivoci delle migliori, che oltre a parlare al cuore di tutti trattando sia l’amicizia che l’amore, riflette anche sul ruolo dell’attore, sempre in bilico fra finzione e realtà.

Ed è proprio nella finzione, creando delle situazioni ad hoc, che i due protagonisti cercano di attuare il loro piano-vendetta, contro due donne che li fanno sentire traditi. Non sempre però tutto quello che si erano prefissati, riesce a verificarsi e saranno proprio gli imprevisti e le incomprensioni a dare il giusto ritmo e verve al film.

La comicità di Se mi lasci non vale è infatti quella tipica di una volta, dialoghi dove il dialetto napoletano scappa sempre, ma proprio per questo in grado di creare una comicità popolare e allo stesso tempo sofisticata.

Il film è caratterizzato proprio dalle battute dissacranti e senza volgarità, in special modo quelle fra Salemme e Buccirosso, il primo che riesce anche nell’espressività a ricordare l’amato Totò, il secondo invece, più vicino alla lezione di De Filippo.

È proprio l’egocentrismo di Alberto, interpretato da quest’ultimo a far riflettere sul ruolo dell’attore, che alcune volte si fa prendere troppo dalla parte che deve recitare, tant’è che non riesce più a distinguere la propria persona e personalità.

Funziona bene, oltre alla coppia comica al maschile, anche la coppia romantica Calabresi-Autieri, che riesce a creare la giusta atmosfera in un clima di estrema semplicità. Il film riesce proprio grazie a questa, dimostrando che gli italiani sanno ancora fare delle commedie genuine, senza doverle sporcare per forza di banalità e volgarità.

Alice Bianco

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