El ciudadano ilustre – Recensione – Venezia 73
Cosa vuol dire essere famosi? Cosa significa ritornare alle proprie origini, al paese natale e dover fare i conti con chi ha conosciuto il te stesso comune? Gastón Duprat e Mariano Cohn cercano di spiegarlo con El ciudadano ilustre, una pellicola probabilmente unica nel suo genere, che con semplicità stupisce, diverte e coinvolge lo spettatore.
Daniel Mantovani (Oscar Martinez), Nobel per la letteratura, che vive in Europa da decenni, accetta un invito dalla sua città natale, Salas, in Argentina per essere premiato. In un viaggio nel cuore della letteratura stessa, l’uomo ritroverà l’affetto e le affinità che ancora lo uniscono al suo popolo, così come le differenze inconciliabili che daranno vita a un crescendo di violenza.
Aveva rinnegato il passato, il paesino a 700 chilometri da Buenos Aires ed è andato a rifarsi una vita, lontano da tutti in Spagna, finché la vincita di un premio così importante come il Nobel, lo porta alla ribalta e nonostante l’ applaudito discorso di ringraziamento condito di cinismo, solamente l’invito da parte dei suoi concittadini a tornare in patria, sembra l’unica cosa che lo stuzzichi.
L’idea di dimostrare in carne ed ossa chi è diventato, di ritrovare gli amici e l’amore abbandonati, è ciò che spinge lo scrittore a partire e ritornare a Salas ed è lì che pian piano lo spettatore inizia a capire chi è Mantovani e soprattutto dove nascono i suoi personaggi.
Provengono da quella terra, proprio da lì infatti riprendono vita ed è li che si ribellano al loro stesso autore. Salas è nel cuore dello scrittore che però ha descritto con forse eccessiva sincerità i suoi compaesani, che ora gli si rivoltano contro.
Cultura, snobismo, differenza tra gente comune e fama, El ciudadano ilustre raccoglie tutti questi temi, destrutturando il personaggio di Mantovani, come fosse uno all’interno dei sui romanzi. Sono infatti la finzione e la realtà che si intersecano continuamente.
La “fauna” di Salas è varia, dal commercialista minaccioso al sindaco casereccio, passando per gli altri strambi personaggi del paese, tutti sembrano imprigionati proprio tra la realtà è la finzione e nemmeno il film, alla fine, da delle risposte chiare allo spettatore.
El ciudadano ilustre finisce per essere una pellicola molto teatrale, ricca di nuovi spunti di sceneggiatura, con un attore protagonista, Oliver Martinez, molto convincente ed una tecnica regista che ricorda molto il documentario.
Un’opera prima superlativa, che riesce a divertire grazie alla naturalezza degli attori, alla loro genuinità, senza curarsi dell’estetica stilistica costruendosi man mano fino ad arrivare al climax finale, riuscendo a stupire il pubblico che rimarrà piacevolmente sorpreso.
Alice Bianco