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Recensione di Dunkirk – Anteprima all’Arsenale a Venezia – Venezia 74

Terra, cielo ed acqua, quale location migliore per la premiere italiana di Dunkirk se non Venezia e più precisamente l’Arsenale? Luogo che fu per antonomasia, fucina e riparo di numerose imbarcazioni durante i secoli, nella serata tempestosa di lunedì 28 agosto, illuminato dalla Luna e rinfrescato da un vento freddo, si è  trasformato in un palcoscenico per ospitare la proiezione della nuova fatica del celebre regista britannico Christopher Nolan (Inception, Interstellar).

Circondati dall’acqua e da imbarcazioni tipiche della voga veneta, alle 21.30, dopo una piccola tromba d’aria e il grande lavoro di ripristino dello staff Warner Bros, i primi colpi delle mitragliatrici aeree hanno riempito gli spazi dell’Arsenale, dando il via alla proiezione esclusiva.

La vicenda di Dunkirk, è ambientata nel maggio 1940. Sulla spiaggia dell’omonimo luogo, più  di 300mila soldati inglesi si ritrovano accerchiati dall’esercito tedesco: colpiti da terra, cielo e mare, i britannici organizzano una brillante operazione di ripiegamento. Il piano d’evacuazione coinvolge anche le imbarcazioni civili, requisite per rimpatriare i soldati e continuare la guerra contro il Terzo Reich tedesco.

Le truppe inglesi e francesi, accompagnate dal ticchettio incessante del tempo che scorre, attendono una settimana di essere evacuate, tra questi il giovane soldato Tommy (Fionn Whitehead) che scampa ad un’imboscata; un giorno in mare, dove Mr. Dawson (Mark Rylance) recupera i combattenti naufraghi e un’ora in cielo, dove il pilota Farrier (Tom Hardy) abbatte i bombardieri tedeschi.

Salvare e salvarsi, questa sembra essere la parola d’ordine del film. Nolan ha voluto intrecciare le esistenze di alcuni anonimi giovani soldati, che in situazioni diverse, tra mare, terra ed aria hanno dovuto affrontare l’impossibile per riuscire a trarre in salvo se stessi ed i compagni: è proprio questa anonimità a renderli tutti uguali di fronte al pericolo e alla sopravvivenza, ma tutt’altro che impersonale è il film.

Realismo e grandi prove tecniche e attoriali, in primis quella del cantante ex One Direction, Harry Stiles, al suo esordio sul grande schermo, Dunkirk, facendo convergere in un solo medesimo istante le vicende di uomini sconosciuti, afflitti dai sensi di colpa per essere stati costretti alla ritirata, finisce per bombardare lo spettatore. Non solo con i suoni roboanti delle mitragliatrici, bensì nell’intimo, facendo vivere in prima persona le vicende personali dei protagonisti.

Tutto si fa immagine e suono, grazie anche alla profonda ed incessante colonna sonora di Hans Zimmer. L’ossessione per gli spazi temporali e l’abilità nel riuscire come sempre ad incastrarli, è tutto merito del genio di Nolan, che ancora una volta entra nel vivo dell’azione, catturando lo spettatore, unendo tensione, paura, ma anche disperazione e speranza, il tutto sottolineato da sussulti ed emozioni vere.

L’impegno profuso dalle navi militari e dalle imbarcazioni private ha così assicurato una “vittoria dentro la disfatta” e la conclusione dell’operazione è arrivata in un soffio di vento,  così come quello che ha spirato e condotto nell’esistenza dei giovani combattenti i più di mille spettatori che ieri sera hanno partecipato a questa anteprima a dir poco eccezionale, per un film carico di colpi di scena, silenzioso ma ridondante, che lascia battere il cuore e trasportare la mente.

Alice Bianco

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