Recensione di Our Souls at Night – Venezia 74
La terza giornata della 74esima Mostra del Cinema di Venezia si veste d’oro, quello del periodo più bello e proficuo del cinema hollywoodiano, quando Robert Redford e Jane Fonda con i loro film impegnati e le loro commedie, animavano il grande schermo.
Il direttore della Mostra, Alberto Barbera e la Fondazione Biennale Venezia, hanno deciso di onorare due delle più importanti pietre miliari della Storia del cinema, proprio con la consegna serale dei Leoni d’oro alla carriera e a seguire, il loro ultimo film, che li rivede recitare fianco a fianco dopo diversi decenni.
Jane Fonda è Addie Moore ed ha come vicino di casa Louis Waters (Robert Redford). Entrambi anziani e vedovi, i due vivono in una tranquilla città del Colorado, dove la cosa migliore e peggiore è che tutti conoscono tutti, ma tra di loro non molto. Addie una sera propone a Louis di dormire insieme, solo per farsi compagnia, quando Louis acconsente, Addie è allo stesso tempo sorpresa e felice e durante la notte si raccontano le loro vite.
Due anime che non si conoscono e pian piano, dolcemente, si incontrano e confidano. Prima di nascosto dagli altri, poi decidendo di voler viver e appieno la loro storia d’amicizia, compagnia, affetto, stima, in poche parole, d’amore.
Mai perdere la speranza di poter essere quello che si vuole e poter amare chi si vuole: questa la morale del film e, prima della versione cinematografica, del libro di Kent Haruf, dal quale è stato tratto. Addie sembra quasi essere sempre stata attratta dal vicino, ma solo in tarda età sembra aver accantonato la paura ed aver fatto il fatidico passo.
Louis, che aveva già in passato tradito la moglie, è all’inizio restio, ma ben presto il rapporto fra i due si solidifica. È solo confessandosi il proprio passato che possono liberarsi entrambi dal senso di colpa per le occasioni perdute, parole ed emozioni pensate ma mai espresse e superare così il devastante effetto che la mancanza d’amore può avere sulla vita.
Our souls at night, si fa così inno all’esistenza, dimostra che nonostante gli anni anagrafici, amare è ancora possibile, spesso anzi, è proprio “l’esperienza” anche in termini amorosi, a permetterci di trovare la vera anima gemella, forse più di una durante tutta la vita.
Il film, nella sua delicatezza e semplicità, riesce allo stesso tempo a far riflettere e divertire lo spettatore, che verrà coinvolto dal punto di vista emozionale. I due protagonisti, in splendida forma fisica ed attoriale, si fanno così simbolo dell’età che avanza, ma sono anche emblema della speranza e del combattere i pregiudizi per vivere appieno la propria esistenza. Un film che come il breve romanzo di Haruf , tocca il cuore del pubblico, esaltato dai magnifici Redford e Fonda, coppia enorme nella loro semplicità.
Alice Bianco