Recensione di Roma – Venezia 75
Dopo il nero dell’universo con Gravity, Alfonso Cuaron ritorna alla Mostra del Cinema di Venezia con un bianco e nero messicano, in una terra che sembra generarsi dall’acqua. Un viaggio commovente fatto di realismo, quasi sull’onda del nostrano Neorealismo, in una terra che il regista conosce ma che ha voluto mostrare anche agli altri, soprattutto i volti di alcune persone che la abitano.
È ambientato nel 1971 e a farla da protagonista é una famiglia borghese, guidata da Donna Sofia (Marina de Tavira), madre di quattro figli e Cleo (Yaliza Aparicio), domestica di questa famiglia borghese che vive a Citta del Messico: Roma è infatti il nome del quartiere dove risiedono.
C’è molto di Cuaron in Roma, molto delle sue radici, ha fatto tutto il possibile per ricreare gli stessi ambienti della sua infanzia: la casa e le strade che frequentava da bambino negli anni ’70. Tutto ricostruito nel dettaglio, una cura speciale da parte del regista per rendere giustizia al suo passato e alle donne che l’hanno cresciuto.
Sono loro, le donne, le vere protagoniste di Roma. Mandano avanti la famiglia e il paese, sono il motore, agiscono li dove gli uomini non lo fanno e Cuaron lo racconta, descrivendo la sua esperienza e adottando uno sguardo amorevole e grato al passato, narrando più che una storia, l’esistenza dei personaggi.
Gli abitanti di un intero paese, mostrati con i loro difetti e problemi, ma anche un gran cuore, come quello delle due donne protagoniste, simbolo delle due etnie del Messico di oggi. Cuarón è figlio di entrambe queste culture, che riesce a raccontare con lucidità, ma con amore, le donne che l’hanno cresciuto e amato.
Roma non si può definire epico, tragico, si discosta dai suoi film precedenti, ma in esso c’è molto di sé stesso, il lato più intimo, così come le influenze che hanno poi contraddistinto le sue opere precedenti e americane.
Un film che è consigliato sia per il piccolo che per il grande schermo, che emoziona, entra dall’inizio e fino alla fine, rimane nel cuore delle persone, per la delicatezza con cui è stato concepito, recitato e portato allo spettatore. Un vero gioiellino del cinema messicano, che negli ultimi anni regala tante emozioni.
Alice Bianco