Marriage Story – Recensione – Venezia 76
Credo che nel cinema attuale indipendente non ci sia nessuno in grado di raccontare bene le persone e i loro mini drammi della vita di tutti i giorni come Noah Baumbach. Addirittura con Marriage Story siamo davanti al miglior Baumbach di sempre in grado di non sbagliare una virgola nella sceneggiatura , tanto quanto nelle inquadrature e di avere al suo servizio due attori che danno il meglio di sé in questi ruoli come Scarlett Johansson e Adam Driver.
La storia è di per sé molto semplice ed è il racconto da entrambe le forze in campo di un divorzio con tutte le sue incongruenze e difficoltà. Ma come dicevo, Baumbach è un maestro nel racconto dell’animo umano, nel dipingere su pellicola e far prendere vita personaggi con i quali si entra in empatia già dalle prime battute ed è per questo che anche se di per sé il plot sembra molto semplice, ci troviamo davanti ad un’opera di rara bellezza.
Se nel film di apertura di Kore-eda i momenti intensi si contavano sulle dita di una mano, qui quasi si sprecano e non sembrano mai abbastanza, perché le parole del regista messe nella bocca di due attori in grado di veicolare emozioni forti, creano un cocktail che ti conquista nel cuore e ti bastona nella pancia.
Marriage Story riesce a raccontare il divorzio, lì dove molte pellicole di genere non erano riuscite, senza cadere in inutili pietismi e senza prendere una posizione, perché non è quello lo scopo di tutto. Baumbach vuole che sia l’animo delle persone ad uscire, quell’ animo fragile e forte allo stesso tempo, che sa perdonare e ferire, che rimpiange il passato, ma che sa anche andare avanti.
C’è una scena, forse tra le più significative dell’ intera pellicola, in cui il personaggio di Driver canta che una persona può farti del male, può conoscere tutto di te, ma che questo ti fa sentire vivo. Ed ecco allora la svolta: il divorzio non si connota più solo di aspetti negativi, di avvocati che vedono solo parcelle (e qui troviamo una stupenda Laura Dern che in poche sagaci battute conquista il pubblico) , di bambini da spedire a destra e a sinistra, ma si fa momento di riflessione per ritiro are se stessi, per riaccendersi, ringraziare l’altro per tutto quello che è stato, e continuare a vivere.
Marriage Story è Baumbach ai suoi massimi livelli, che colpisce cuore e testa per uno dei film che conquisterà senza troppa fatica pubblico e critica.
Sara Prian