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Recensione: Rapunzel – L’intreccio della torre

La Disney Pictures torna sul grande schermo con l’adattamento cinematografico di una favola multiculturale: la storia di Raperonzolo, doppiata in italiano da Laura Chiatti, Giampaolo Morelli e Mario Biondi. Costretta a vivere su una torre solitaria con la compagnia di un camaleonte di nome Pascal e dei suoi lunghi, e magici, capelli biondi. Tutto cambia quando irrompe nella sua vita, e nella sua dimora, Flynn Rider, un giovane ladro dal cuore d’oro.

La favola è assicurata, e il 3D anche, visti gli ingenti investimenti che la società americana ha attuato sulla digitalizzazione della pellicola, in un mix perfetto di retrò e moderno. Il regista Byron Howard ha infatti voluto attingere alla tradizionale animazione disneyana in due dimensioni, fondendola con le più moderne tecnologie di visual efects e real 3D. Un connubio perfetto, e soprattutto, convincente.

Lo stile contemporaneo di questa favola senza tempo mixa in maniera corale elementi essenziali dei precedenti capolavori made in Disney, abbiamo l’amore, la ribellione, la libertà, l’amicizia e il giusto lieto fine, che non dispiace agli adulti, e fa sognare i bambini. E sono proprio i più piccoli a rimanere affascinati dal coinvolgimento a 3 dimensioni che “Rapunzel – l’intreccio della torre” offre, rimanendo con le mani tese verso lo schermo, pronti ad afferrare  farfalle o lanterne digitali.
 

Eva Carducci

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