Recensione di: Intervista col vampiro – Cronache di vampiri
I vampiri… un classico senza tempo del cinema. Sin dai tempi del cinema muto i non-morti hanno sempre affascinato il mondo della celluloide, che se ne è servita a volte per creare alcuni memorabili capolavori.
“Intervista col vampiro” di Neil Jordan, anno 1994, è una pellicola che si colloca perfettamente nell’horror vampiresco. La storia si svolge a San Francisco nei giorni nostri. Un reporter si fa raccontare da un vampiro la sua storia e così percorriamo attraverso questo semi-mortale, la creatura vivente più vicina a dio, le tappe della costruzione del mondo moderno. Quello che vediamo sullo schermo è una sorta di romanzo di formazione a posteriori, in cui un “mostro” (anche se come si fa a definire mostro Brad Pitt, negli anni migliori della sua carriera?) si guarda a ritroso con lo scopo di rivalutare tutta la sua esistenza: una sorta di redenzione, attraverso un’intervista.
Tratto dall’omonimo romanzo cult della scrittrice americana Anne Rice, “Intervista col vampiro” cattura lo spettatore in un affresco gotico che ha il pregio di rendere meno mitico e più umano il vampiro: figlio della modernità, pur essendo legato al “buon vecchio sangue creolo”.
Un cast eccezionale: Brad Pitt, Tom Cruise, Kirsten Dunst, Antonio Banderas, Christian Slater spiccano su tutti, donando allo spettatore una magistrale interpretazione. Parte del merito però spetta ad un uomo, che è riuscito a ricreare un’atmosfera decadete, che accompagna tutta la narrazione. Si tratta dello scenografo italiano Dante Ferretti, per il quale ottenne una meritata nomitation all’Oscar.
Davide Monastra