Recensione di Easy Girl
Olive Penderghast, è una liceale come tante, che soffre la crisi dell’età cercando di sopravvivere alle angherie dei compagni, ma dopo essersi abbandonata con un’amica ad una piccola bugia sullo stato della propria verginità, diventerà improvvisamente popolare!!
I pettegolezzi che le pioveranno addosso, la marchieranno con una cuocente “lettera scarlatta” , eppure la reazione di lei sarà assolutamente un bel niente. La giovane Olive, infatti, decide di lasciar credere ai compagni ciò che vogliono, per vedere fino a che punto possono spingersi il loro pregiudizio e la sua discriminazione.
La trama potrebbe essere delle più scontate, visto l’inflazionato tema trattato dalla pellicola, ovvero la scuola, il periodo adolescenziale, la cattiveria dei ragazzi e l’emancipazione, eppure il film riesce a salvarsi distinguendosi diversificando le caratteristiche del genere senza trascurare la tenerezza tipica dell’età rappresentata. Il regista Will Gluck si affida alla giovane attrice Emma Stone, alla sua prima prova da protagonista, che rende il suo personaggio tenace, forte, e sveglia a sufficienza per tenere testa al restante della compagnia.Il film è una sorta di documentario che evidenzia e mette in luce la realtà disarmante di una società adolescenziale (quella americana in primis) che è disposta a tutto pur di far sapere l’intimità dei loro rapporti, spinti dalla smania dell’apparire.
Sonia Serafini