Recensione di: Priest
Tratto dal manwha Priest, il fumetto coreano disegnato da Min-Woo Hyung, esce nelle sale italiane il 15 giugno l’omonimo film. Alla regia Scott Stewart che, dopo Legion, torna a mescolare fantascienza, religione ed azione in un fumettone 3D dalle tinte piuttosto dark – horror. Priest porta sul grande schermo un mondo futuristico dominato e soprattutto devastato dall’eterna lotta fra esseri umani e vampiri. Gli unici in grado di uccidere quei mostri sanguinari e proteggere l’umanita sono i preti – guerrieri.
Dopo aver compiuto mirabili imprese nella guerra contro i vampiri, i preti vivono isolati e bistrattati dalla gente comune nelle città roccaforti dove vige il dominio assoluto della Chiesa e delle sue leggi repressive. Quando sua nipote viene rapita da un branco di vampiri, Ivan Isaacs (Paul Bettany),uno dei più famosi sacerdoti guerrieri, esce dall’ombra e, ribellandosi al volere della Chiesa, si mette sulle loro tracce. La guerra dunque non è ancora finita, anzi sembra essere appena iniziata. Per quanto riguarda l’impianto narrativo e la storia il fil di Stewart si discosta notevolmente dal suo alter ego fumettistico, al quale deve tuttavia una originale ambientazione western, singolare per un film di genere, in moltissime sequenze: una su tutte il duello fra Bettany e l’acerrimo nemico Black Hat (Karl Urban), che contiene non poche citazioni ed omaggi allo spaghetti western e quindi inevitabilmente al cinema di Sergio Leone. Pare dunque evidente una commistione di generi anche molto diversi fra loro: il fantasy, l’horror, l’action movie, il western. Tuttavia ciò non va a scapito del film che anzi risulta omogeneo e lineare, traendo da questa trasversalità un valore aggiunto. Da sottolineare inoltre l’atmosfera cupa tipicamente post-apocalittica conferita alla pellicola da azzeccate scelte di fotografia, scenografia e musicali. Altra nota di merito va sicuramente al prologo animato, realizzato da Dženndi Tartakovskij, un incipit senza dubbio suggestivo che ci introduce all’interno della storia e che inequivocabilmente palesa la natura di graphic novel di Priest.
Sara D’Agostino