Recensione di: Vittorio racconta Gassman – Una vita da Mattatore
Presentato con un enorme successo di critica e pubblico nella sezione Fuori Concorso alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (2010), “Vittorio racconta Gassman – Una vita da Mattatore” è un documentario volto a celebrare la figura di uno dei più importanti e bravi attori italiani del dopoguerra, in un montaggio che ne evidenzia sia l’aspetto pubblico che quello più propriamente intimo e privato, tralasciando di ricordarlo tramite un mero “elogio funebre”. A dieci anni dalla scomparsa del celebre attore, suo figlio Alessandro insieme al regista Giancarlo Scarchilli, ci raccontano, senza l’ausilio di eccessivi filtri linguistico/tecnici che ne avrebbero snaturato la narrazione, la profonda dedizione di Gassman per il proprio mestiere, al quale confessa egli stesso essersi accostato più per obbligo nei confronti del volere materno, che per un reale interesse. Negli anni di gavetta e di successo, vediamo con stupore quanto questo sentimento sia cambiato, e si sia trasformato in quella maniacale ricerca della perfezione che ha contraddistinto la recitazione di Vittorio Gassman (a cominciare dalla inesauribile ossessione nei confronti della tecnica e del miglioramento della propria voce). Tutti questi aspetti conosciuti ai più, vengono puntualmente intervallati a confessioni più malinconiche sulle infinite sfaccettature del suo lavoro, che da un lato trabocca di grandissime soddisfazioni ma che nello stesso tempo, nell’età più matura, lo mettono a confronto con le proprie mancanze sia di marito che di padre. Il tuffo nel passato, non solo in quello dell’attore, ma anche in quello di un’Italia molto diversa da quella odierna, è affidato a gustosissime immagini di repertorio televisivo, cinematografico e soprattutto teatrale, che ci fanno guardare con profonda nostalgia a quegli anni d’oro. Sullo schermo vediamo passare in rassegna volti celebri dello spettacolo italiano, da Dino De Laurentiis a Giancarlo Giannini, Roberto Herlitzka, Anna Proclemer, Gigi Proietti, Francesco Rosi, Ettore Scola e Jean-Louis Trintignant, che con la loro testimonianza diretta arricchiscono (se ce ne fosse bisogno!) la nostra scoperta o riscoperta di una personalità carismatica ed infinitamente affascinante.
Serena Guidoni