Recensione di: Le amiche della sposa
Annie (Kristen Wiig) ha un conto aperto con la sfiga. La sua attività lavorativa è andata a farsi benedire con la recessione e con l’amore non se la cava meglio, tanto che i suoi amanti, che per la verità son proprio pochi, la fanno sloggiare dai letti ancora caldi. Se poi aggiungiamo che i tipi con cui divide l’affitto sono due stramboidi di prima categoria, e che a trent’anni sarebbe arrivato il momento di trovare quella stabilità tanto lavorativa che affettiva, allora il quadro è completo e prende le forme di un dramma.
Ma si sa che con le disgrazie degli altri è sempre facile far su parecchie risate, lo sa bene il produttore Judd Apatow, che tra regia, “40 anni vergine” (2005), “Molto incinta” (2007), e produzione televisiva, “Freaks and Geeks” e cinematografica “Suxbad – Tre menti sopra al pelo”, “Zohan – Tutte le donne vengono al pettine”, di commedie se ne intende, e lo dimostra il fatto che questo “Bridesmaids – Le amiche della sposa” ad un mese dall’uscita negli Stati Uniti abbia guadagnato qualcosa come 140 milioni di dollari con un budget di produzione che superava appena i 30.
Ma torniamo alla nostra Annie, la cui vita prende una piega inaspettata quando la sua migliore amica, Lillian (Maya Rudolph), decide di sposarsi e le chiede di essere la sua damigella d’onore, compito non facile visto che tra le varie attività da svolgere c’è l’organizzazione dell’addio al nubilato. Seguire l’amica in tutti gli eventi prematrimoniali non si rivelerà cosa semplice, soprattutto perché le altre damigelle assoldate dalla sposa non sembrano voler remare assieme, tanto che la più snob, la bella e ambiziosa Helen (Rose Byrne), farà di tutto per sottrargli l’ambito ruolo fino a mettere a repentaglio la loro stessa amicizia.
Gli addii al nubilato e al celibato si sa, sono fonte inesauribile di risate e fanno guadagnare parecchi soldini; anche qui gli elementi per sfondare ci son tutti, il cast innanzitutto, col talento comico e non solo della Wiig, che non a caso esce dal “Saturday Night Live”, e quello delle altre damigelle, che le ruotano attorno con incredibile bravura, la sceneggiatura, scritta a quattro mani da Annie Mumolo e dalla stessa Kristen Wiig, pur non brillando per originalità funziona alla grande, la regia in ultimo è efficace e senza sbavature e porta la firma di Paul Feig, già autore di “Mi sono perso il Natale”,pellicola che se tante volte vi siete persi non rischierà di farvi fare brutta figura con i vostri amici cinefili.
Sbaglieremmo però se volessimo fare de “Le amiche della sposa” il corrispettivo al femminile di “Una notte da leoni”, qui stavolta oltre a mettere in ridicolo i cliché del matrimonio e tutta l’ansia che sta dietro i suoi preparativi, si scava nella personalità della protagonista e si affrontano temi più seri come l’amicizia, le difficoltà nella relazione con l’altro sesso e quelle sul posto di lavoro.
Sbaglieremmo altrettanto se volessimo farne un film per il solo pubblico femminile, i temi sopracitati vengono infatti affrontati con toni da commedia e accostati a battute e gag che finiscono in alcuni casi anche nello scendere di livello, ne sono un esempio i peti di Megan (Melissa McCarthy) e la scena del vomito in compagnia.
Insomma tra la bravura della protagonista e quella delle comprimarie, che non saranno certo personaggi a tutto tondo, e che anzi proprio per questo, coi loro difetti ben in vista e le loro personalità sopra le righe ci fanno tanto ridere, “Le amiche della sposa” resta un film godibile se si vogliono passare due ore spensierate, ed anzi proprio la sua eccessiva durata vi costringerà a domandarvi se quello della povera Annie non sia un inferno senza fine, facendovi sudare un lieto fine immaginabile sin dall’inizio.
Daniele Finocchi