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Recensione di: Scent of a woman – Profumo di donna

Scent of a woman è un remake dell’omonimo ‘Profumo di donna’ diretto da Dino Risi. Il regista Martin Brest descrive le vicende di un giovane studente (interpretato da un bravo Chris O’Donnell), scomodo testimone di un episodio avvenuto al college. Nella vita dello squattrinato studente irrompe però il tenente colonnello Frank Slade, ufficiale in congedo a seguito di un incidente costatogli la vista. Mettendo a frutto giornate intere trascorse con persone non vedenti, Pacino riesce in un lavoro di identificazione nel personaggio che va oltre la recitazione scolastica (interpretazione riconosciuta anche con l’unico premio Oscar come migliore attore protagonista conferito all’attore). Un uomo stanco della sua condizione che decide di vivere le sue vecchie passioni per troppo tempo trascurate, spingedole agli eccessi: donne, lusso, alcol. Il canto del cigno della sua essenza basata sull’irriverenza e sullo sfarzo. Ma gli ingranaggi della perfetta strategia messa a punto dal colonnello si incepperanno inaspettatamente.. Il film vuole essere un inno alla vita, la vita che riesce a regalare emozioni anche quando tutto sembra perduto, perchè ci sono infinite occasioni. Perchè “..c’è chi vive tutta la vita in un minuto”, e sicuramente il minuto in cui Pacino si cimenta in un amatoriale ma intensissimo tango sulle note da brivido di ‘Por una cabeza’ conferisce veridicità a questa massima . Ma nonostante un Pacino a tratti straripante (più si avanti nel film e più si ha la netta sensazione che il colonnello ringiovanisca mentre da sfogo alle sue passioni) il regista non rinuncia ad una trama concreta e strutturata. Il finale, arricchito con uno dei classici monologhi teatrali di Pacino, regala un lieto fine con annessa morale non del tutto scontata e perbenista, sfiorando omertà e integrità morale, reticenza e orgoglio.

Daniele Riccardelli

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