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Blood Story – Recensione

Il piccolo Owen ha una vita travagliata, che non lo aiuta di certo a crescere: genitori quasi separati, una madre del tutto assente e ossessionata dalla religione, in più lui è il bersaglio preferito dei bulletti della scuola. Ma quando Owen conosce Abby, in una fredda notte, tutto sembra cambiare, la bambina che si è trasferita nell’appartamento accanto, e Owen sembrano essere due anime gemelle, ma lei però sembra nascondere un terribile segreto.
“Blood Story”, (titolo originale e più appropriato Let me in), è il remake del recentissimo “Lasciami entrare”, pellicola del 2008 diretta da Tomas Alfredson, tratto dal libro di John Ajvide Lindqvist. Il film, che si avvale della regia di Matt Reeves, ha saputo sviluppare a pieno le potenzialità della storia, confezionando un’ottima pellicola di genere condendola con un pizzico di sapore americano.
Il suo Let Me In è un film sussurrato, scandito in punta di piedi e senza quella voglia di strafare che troppo spesso prende il sopravvento in quel di Hollywood. Facendolo avvicinare ad un film indipendente piuttosto che un blockbuster, con inquadrature azzeccate e scelte registiche diverse dal film da cui è tratto. Al tutto va aggiunto l’incredibile talento dei due giovanissimi protagonisti, diretti saggiamente, che hanno saputo svolgere appieno il compito richiesto, giocando la loro interpretazione fra lo struggente connubio amore e morte.

Sara D’Agostino

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