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Recensione di: Skyline
Skyline è un film di fantascienza girato dai fratelli Colin e Greg Strause (‘Alien vs Predator 2’). Il film descrive l’ennesimo attacco alieno, ancora una volta a Los Angeles, ai danni di un’umanità come spesso accade non all’altezza tecnologica degli invasori extraterrestri. Vista la carriera dei registi (esperti assoluti degli effetti speciali, basti citare ‘Titanic’, ‘Terminator 3’, ‘X-Men conflitto finale’) il film è inevitabilmente centrato sugli effetti speciali, con l’intento di rapire lo spettatore (e in questo senso le luci azzurrine degli alieni funzionano egregiamente), magari distogliendolo dalla trama del film, di fatto inesistente. Il protagonista (Eric Balfour) è il classico ‘eroe che ancora non sa di esserlo’, in crisi con la ragazza (Scottie Thompson), ma che riesce a trovare il giusto equilibrio interiore e a ritrovare la stima della sua amata grazie alla situazione di calamaità naturale dovuta all’invasione. I personaggi di contorno sono leggeri e non creano nello spettatore alcun coinvolgimento particolare, nessun pathos nel sapere se vivranno o moriranno. Tra gli altri comunque si distingue David Zayas (Batista in ‘Dexter’), non fosse altro per l’ironia da finto macho nella sua uscita di scena. Nel complesso comunque inevitabile non notare le esagerazioni dovute ad aerei in fiamme che cadono a pochi centrimentri dai personaggi senza conseguenze, oppure le armi inappropriate (ora con un’ascia, ora a mani nude) usate dal protagonista per combattere e sconfiggere creature volanti e di forza superiore. Il finale sembra essere meno scontato e molto più sdolcinato del previsto, e quando ormai lo spettatore è pronto ad archiviare il film con un senso di indifferenza, si scopre invece che il film non è ancora finito. A far pendere definitivamente l’ago della bilancia sul negativo sono infatti gli ultimi 4 minuti del film, dove si arriva al culmine dell’esagerazione che fa gridare ironicamente al ‘evviva è vivo e lotta insieme a noi’.
Daniele Riccardelli