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Pina 3D – Recensione

“Pina“ è la pellicola di WIm Wenders dedicata e realizzata in onore e in memoria di Pina Bausch, una delle più grandi coreografe del XX secolo, improvvisamente scomparsa il 20 giugno 2009.  Pina  è il racconto di quella che è stata la straordinarietà artistica e poetica della grande coreografa tedesca e lo fa attraverso le parole, le testimonianze e i ricordi di coloro che hanno condiviso quotidianamente con lei la sua irripetibile carriera: i ballerini del suo corpo di ballo, i ballerini del Tanztheater di Wuppertal.
Ma la vera protagonista del film è la danza, come se fosse una persona in carne ed ossa, l’arte di Pina Bausch, che Wenders pone al centro della trama narrativa e a cui conferisce un’assoluta centralità; con esibizioni personali di ogni singolo ballerino, immagini tratte dagli spettacoli più recenti così come le prove preparatorie, il tutto ripreso e riproposto con la innovativa tecnologia tridimensionale. Gli spettacoli presi in considerazione da Wenders sono: Cafè Muller, Le sacre du primtemps, Vollmond e Kontakthof.
Wim Wenders realizza un film su Pina Bausch per rendere omaggio alla loro amicizia ventennale, da quando lei al Festival di Venezia, presentò il suo “Cafè Muller” in occasione di una retrospettiva a lei dedicata. Wenders rimase talmente colpito dalla profondità e dalla forza espressiva delle immagini che da subito propose all’amica l’idea di realizzare un film che presentasse a livello cinematografico il suo lavoro. Questo progetto è rimasto in sospeso per tutti questi anni, perché il regista non riusciva a trovare il metodo tecnico adatto che riuscisse ad esaltare in modo compiuto ed efficace la forza emotiva che l’opera della Bausch è capace di trasmettere allo spettatore. Le cose sono cambiate quando Wenders ha partecipato alla visione in 3D del film-concerto degli U2 al Festival di Cannes. L’artista tedesco ha capito subito che quella era la tecnica da adottare anche per il suo lavoro sospeso. Il 3d sarebbe riuscito a rendere giustizia alla profondità e all’estrema emozione che offrono gli spettacoli dell’artista tedesca .Ma proprio quando tutto sembrava pronto, Pina Bausch muore il 20 giugno in modo improvviso e assolutamente inaspettato. Win Wenders, sconvolto dall’accaduto inizia a vacillare e ad essere tentato di abbandonare tutto, ma sono stati proprio i ballerini e chi viveva Pina tutti i giorni a spronarlo a continuare, come lei avrebbe voluto. Pina è uno dei primi docu-film ad utilizzare questa tecnica, e anche se il cast si sentiva un pochino sottovalutato, il produttore del film, Erwin M. Scmidt ammette che in verità nessuno sapeva come si realizzasse un film del genere, ma che forse tutta la preparazione per essere pronti a questo arduo compito, ne ha decretato il successo. L’impressione che ne deriva è di essere sul palco con i ballerini, di danzare, piroettare, e vivere la musica con i nostri corpi anche stando seduti in sala. Pina, di Wim Wenders, è una pellicola che non si pone l’obbiettivo di commuovere lo spettatore con la storia della sua protagonista, ma bensì è un film che su ogni cosa vuole risaltare, utilizzando tecnologie innovative, l’arte e il genio poetico ed espressivo della Bausch, un film che vuole farci conoscere la sua opera e soprattutto far si che ogni singolo spettatore possa viverla intensamente. Wenders afferma: ”Pina era una persona che vedeva col cuore fino allo sfinimento, non si risparmiava mai. Ha permesso a noi, il suo pubblico, di condividere il suo sguardo e aprire gli occhi per vedere noi stessi e il linguaggio nascosto dentro di noi”.

Siete pronti per ballare? Perché senza il ballo, “siamo perduti”…

Sonia Serafini

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