Warrior – Recensione
Warrior è la storia di Tommy e Brendan, due fratelli molto diversi tra loro, che hanno preso strade altrettanto diverse: il primo, il minore, è fuggito insieme a sua madre dal padre violento e alcolizzato, per poi arruolarsi nei marines e, al ritorno dall’Iraq, iniziare a vivere alla giornata e a cacciarsi nei guai; il secondo, invece, è rimasto insieme a suo padre per poter sposare la fidanzata Tess, ha studiato ed è diventato professore di liceo. Tutti e due covano il risentimento e il rancore per il genitore, alimentato dalla scomparsa della madre, ed entrambi si distinguevano per le loro qualità nelle arti marziali, anche se Tommy riusciva sempre a battere il riflessivo Brendan. Quando, per ragioni diverse, i due sono costretti a tornare sul ring per partecipare a Sparta, il più grande torneo nazionale della specialità, le loro strade si incrociano di nuovo, ed entrambe incrociano quelle del padre Paddy: come allenatore nel caso di Tommy, come insospettabile tifoso in quello di Brendan. Ma le regole del torneo imporranno presto ai due fratelli di combattere l’uno contro l’altro, in un confronto in cui si sfogheranno le tensioni e i rancori di una vita.
Leggendo la trama di questo film si penserà che mancava soltanto un’ altra pellicola sui pugili, sulla redenzione, la rivalsa, storia di due fratelli e dei loro rancori, ecc, ecc… dopo i più usurpati drammi catartici messi in scena da Rocky, The Wrestler, e il più recente The Fighter, ecco Gavin O’Connor che dice la sua con “The Warrior”. Film che parte bene, delineando i personaggi e le loro caratteristiche, gli scontri generazionali e il disprezzo dei rapporti mancati fra padre e figlio, che si avvale di una buona prova attoriale dei due protagonisti e di Nick Nolte, sullo sfondo della attualissima crisi economica. Ma è anche una pellicola che rivela qualche pecca narrativa nel finale, lasciando incompiute alcune frange del rapporto fra i due fratelli. Il regista si avvale comunque di un certo talento filmico, soprattutto le riprese dei combattimenti sono realistiche e impressionanti, girate vicinissimo ai primi piani degli attori, con relative scene di pianto, misto a sangue, che rendono la lotta reale e impressionante.
Sonia Serafini