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One Day – Recensione

Emma (Anne Hathaway) e Dexter (Jim Sturgess) si conoscono il 15 luglio del 1988, il giorno di San Swithin, da quel momento le loro vite continueranno ad incrociarsi grazie al profondo affetto che li lega. Tratto dall’omonimo romanzo di David Nicholls, One day, è un film che indaga il percorso contorto che a volte l’amore può prendere prima di concretizzarsi, il legame che riesce a tenere unite due persone a scapito del tempo che scorre e della vita che si evolve. Emma e Dexter si trovano infatti a vivere due vite diametralmente opposte: dopo essere stata la triste cameriera di un ristorante messicano ed aver avuto al suo fianco un uomo di cui non è innamorata, Emma diventerà un’apprezzata scrittrice di libri per l’infanzia e si trasferirà a Parigi; mentre Dexter, infelicemente sposato, toccherà il fondo dopo aver assaporato un effimero successo televisivo. Tuttavia, nonostante questo susseguirsi di eventi importanti che rischia di allontanarli, l’affetto esclusivo che li unisce tornerà a farli incontrare, per oltre vent’anni, il 15 luglio di ogni anno. La regista di An Education, Lone Scherfig, grazie all’aiuto dello stesso Nicholls in fase di sceneggiatura, costruisce un film basato su una serie di incastri temporali e che, partendo dal presente, procede per lunghi flashback. Questo consente un maggiore approfondimento dei personaggi, lo spettatore può  infatti seguirne le vicende passo dopo passo e, vedendoli crescere, soffrire ed innamorarsi, si rende partecipe delle loro più intime emozioni. One Day è la parabola di un amore, all’inizio inconsapevole, che prende corpo di fronte ai nostri occhi e ci fa commuovere ed emozionare. La storia dei due protagonisti sembra voler suggerire con forza di non sprecare il tempo che ci è stato dato, che inevitabilmente ci sfugge, ma di vivere appieno l’intensità di un sentimento e la magia dei nostri sogni. Gli interpreti, perfettamente calati nei propri ruoli, contribuiscono  a creare un grande impatto emotivo e a far sì che One Day riesca ad entrare nel cuore e nella mente dello spettatore.

Sara D’Agostino
 

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