Il Gatto con gli Stivali – Recensione
Mitico Gatto con gli stivali! In questa nuova versione il celebre Gatto è un grintoso eroe senza paura, un po’ guascone, un po’ sfrontato, una specie di Zorro felino che parla con accento ispanico. Un gattino irresistibile con uno straordinario paio di stivali. Eccolo in arrivo sul grande schermo per le festività natalizie con tanto di modaiolo corredo tecnologico in 3D!
Personaggio portato al successo da Charles Perrault (anche se la prima versione scritta della storia si deve a tal Giovanni Francesco Straparola nel lontano ‘500) poi apparso nel secondo film di Shrek, il Gatto vive ora un’avventura tutta sua, complice Chris Miller, già regista del terzo episodio della saga del celebre orco.
Tornato nella cittadina di San Ricardo, il Gatto è ricercato dalla legge dopo essere stato coinvolto dal suo vecchio amico Uovo-Humpty Dumpty in una rapina finita male. E’ un fuorilegge in fuga, che cerca di redimersi, ma sulla sua strada incontra di nuovo Humpty. I due erano cresciuti insieme in un orfanotrofio, per realizzare i loro desideri sognavano di entrare in possesso di alcuni fagioli magici capaci di far crescere una gigantesca pianta che, innalzatasi oltre le nuvole, li avrebbe fatti arrivare a rubare la leggendaria Oca dalle Uova d’Oro dal castello di un gigante. Ma la ricerca dei fagioli, bramata per tutta l’infanzia, non aveva portato a nulla e i due si erano allontanati quando il Gatto aveva eroicamente salvato una donna dalla carica di un toro. Il villaggio di San Ricardo lo aveva proclamato eroe e il Gatto si era guadagnato un cappello e i leggendari stivali. La gelosia di Humpty si era fatta sentire e il Gatto aveva deciso di aiutare l’amico in un’impresa che si era rivelata un fallimento costringendolo a scappare. Dal quel momento, il Gatto era diventato un traditore e tutti quelli che avevano creduto in lui erano divenuti carogne compreso Humpty, i cui sogni di infanzia si erano trasformati in propositi di vendetta. Ora che Humpty ha ritrovato il Gatto, lo prega di mettere da parte il risentimento e di tornare alla carica per realizzare il loro sogno. Convinto anche dalle grazie della gattina Kitty ‘Zampe di Velluto’, il Gatto accetta di rimettersi alla caccia dei fagioli d’oro, in mano alla coppia di banditi Jack e Jill. E’ l’inizio di una mirabolante avventura che porterà il trio in cima alle nuvole dove abita la mitica Oca dalle Uova d’Oro.
C’è un po’ di tutto in questo Gatto con gli stivali, una storia di redenzione e fratellanza, in cui tutti hanno una seconda possibilità perché, in fondo, tutti la meritano.
Il piccolo felino che beve solo latte intero, ha una voce imponente, è dissacrante ma ha senso dell’onore e della lealtà, è deliziosamente malizioso e ha parecchie cose in comune con il suo doppiatore Antonio Banderas (che presta la voce al Gatto anche nella versione italiana dandogli un fascinoso accento ispanico): è abile spadaccino (come lo Zorro cinematografico di Banderas), è un buon ballerino (come l’attore spagnolo ha dimostrato in diversi film) ed è un perfetto latin-lover (in quanti film ha ammaliato le spettatrici!). Il nostro Gatto ha uno strano Uovo come fratellastro (cui presta la voce l’attore Zach Galifianakis, il pazzoide di Una notte da leoni e Parto col folle per intenderci), una seducente e flessuosa gattina dalle “zampe di velluto” come nuova compagna di scorribande (la voce nell’originale è della sexy Salma Hayek) e si muove in una ‘caliente’ ambientazione nel sud del Mediterraneo europeo con pennellate in stile western.
Grazie all’aiuto di un efficace 3D e dei potenti mezzi della Dreamworks Animation, il film vanta una serie di scene di sorprendente impatto visivo, come quella dell’ascesa in cielo per mezzo di una pianta di fagioli gigante che cresce in modo vorticoso fin sopra il tetto dell’universo e quella della danza notturna tra le uova d’oro, praticamente perfetta.
Che dire di più di un sogno terreno e al tempo stesso fantasmagorico dove due gattini e un curioso uovo animato volano tra soffici nuvole? Ballare, tirare di spada, scappare, volare, tutto è concesso in una fiaba che, letteralmente, solleva da terra e fa sognare. Tutto è possibile al cinema, se poi a farne di tutti i colori è un felino con quegli occhioni…
Elena Bartoni