Street dance 2 3D – Recensione
“Balla con il cuore, non con la testa”. E’ questo l’invito rivolto dalla sensuale ballerina di una modernissima forma di balli latino americani al suo partner, uno scatenato e ‘tostissimo’ streetdancer: lui deve imparare a ballare “insieme” a lei. E via alle danze.
Dopo il successo del primo Street Dance 3D del 2010, primo film inglese sulla danza in 3D, ecco puntuale il sequel, dietro la macchina da presa ancora il duo Max & Dania (Max Giwa e Dania Pasquini premiata ditta nella regia di video musicali).
La storia è semplice. Il giovane Ash (Falk Hentschel) vuole battere The Invincible, la più grande dance crew del mondo dalla quale ha ricevuto una sonora sconfitta. Il suo nuovo amico Eddie (George Sampson) si offre di aiutarlo a radunare i più grandi streetdancer d’Europa. E così, dopo aver reclutato i migliori ballerini di hip-hop tra Ibiza, Copenaghen, Amsterdam, Berlino, Roma, il gruppo si stabilisce a Parigi in vista della gara finale tra le migliori crew del mondo. Nella capitale francese, una sera Ash rimane folgorato dall’esibizione di una bellissima e scatenata ballerina di salsa, Eva (Sofia Boutella). Stupito dallo straordinario stile innovativo dei balli latino americani della ragazza che si esibisce in accattivanti performance in un ring di pugilato, Ash le propone di lavorare insieme ad un mix innovativo di street dance e latino americano. Sulle prime riluttante, Eva accetta la sfida di unire due stili di ballo così diversi in vista della più importante competizione di streetdancer. Ma l’impresa non è facile, soprattutto quando entrano in gioco i sentimenti.
Dopo un rapido “grand tour” danzereccio in giro per le più belle capitali europee (inquadrate con gusto da cartolina e talvolta da macchietta, vedi il caso di Roma con i vicoli del centro pieni di panni stesi da anziane donne pronte a difendere il loro bucato!), si fa base a Parigi per preparare il grande scontro di street dance. E lì, neanche a dirlo, ecco il colpo di fulmine tra il duro ballerino di strada e la bellezza esotica intenta in pericolose variazioni di salsa e tango.
Il pretesto narrativo del film è l’unione di due mondi, quello latino e quello della street dance. Due stili che si fondono, e, ovviamente, due cuori che si innamorano. L’idea di ballare in coppia è la novità, cosa assolutamente lontana dall’hip-hop, un ballo di strada rigorosamente singolo e senza contatto. Ecco trovata ‘l’ideuzza’: la fusion, l’unione, la vicinanza tra due corpi. “Ballare con una compagna vuol dire condividere il momento” ecco la battuta chiave! Ma si, devono aver pensato i due registi, costruiamoci una lezioncina sul valore della condivisione, prendiamo i migliori campioni al mondo di hip-hop (e alla bella Sofia Boutella, ballerina nelle tournée di grandi popstar tra cui Madonna, insegniamo anche un po’ di stile latino per sedurre meglio) e mescoliamoli con i danzatori di balli latini, condiamo il piatto con una indiavolata colonna sonora e facciamo il sequel di un successo ballerino, naturalmente in 3D.
Numeri di hip-hop a più non posso e pochi dialoghi (per giunta risibili), niente di nuovo insomma. Tranne il ring (si, proprio quello del pugilato) in cui ci si esibisce in uno nuovo stile di salsa.
“Non ci sono segreti, né bugie, c’è solo il ballo” dice la bella ‘caliente’ al duro streetdancer. Più chiaro e semplice di così.
Elena Bartoni