To Rome With Love – Recensione
Un grande e stimato regista straniero decide di girare un film a Roma e con Roma protagonista, e se di per sé questo è già considerato una specie di evento, pensate se poi a farlo è uno come Woody Allen. Aspettative, rincorse ad una candidatura per un ruolo, una posa, un cameo, giri e rigiri per la città in cerca di uno scoop, insomma Mr Allen ha decisamente mobilitato la capitale la scorsa estate, chiunque, curiosi o addetti ai lavori, speravano in un incontro. Il mio è stato una sera di luglio durante un piacevole aperitivo al palazzo delle esposizioni (fa molto radical-chic, lo so), in cui ad intrattenere i commensali c’era proprio Woody e la sua orchestra, fortune che toccano a pochi, e in quell’occasione ( che mi sono rivenduta spesso e volentieri), ero spinta dall’incredibile curiosità di chiedergli come fosse il suo nuovo progetto romano. Inutile dire che il mio tentativo cadde nel bicchiere di vino che stavo bevendo, pardon, nell’acqua, ma ci provai lo stesso, volevo a tutti i costi chiedere a Woody di non farsi trascinare da quella che è ormai la commedia italiana, persa nei meandri delle major e della risata forzata. I timori rimasero, e dopo aver visto quell’incredibile gioiello creativo che è stato Midnight in Paris, ne ero certa, il film romano dai mille e contestabili nomi, non sarebbe stato all’altezza. Così una piovosa mattina di aprile mi dirigo all’anteprima stampa di To Rome With Love (grazie per averlo tenuto in inglese), piena di paure, quando poi durante la visione mi sono ritrovate a ridere di un paio di battute mi sono un po’ rincuorata. Intendiamoci, il film non è niente di che, ma sinceramente mi aspettavo peggio, d’altronde questo è lo scotto da pagare per un regista che produce un film l’anno, si sa che non tutti saranno composti di genio, estro e incredibile sceneggiatura. A Roma è toccata l’annata meno buona, pazienza. La storia è assai facile da raccontare, un gruppo di attoroni stranieri (Alec Baldwin, Penelope Cruz, Jesse Eisenberg, Judy Davis, Greta Gerwing, Ellen Page e lo stesso Allen), affiancati dalla rappresentativa italiana (Roberto Benigni, Alessandra Mastronardi, Antonio Albanese, Riccardo Scamarcio, e Alessandro Tiberi, la cui ottima interpretazione è degna di nota), sfilano per le vie di una capitale splendidamente ripresa, su questo è sempre Woody Allen, (riuscendo a cogliere sempre le bellezze delle città dove decide di girare, anche se a Roma è facile da fare), ognuno con la sua storia e le sue vicissitudini che si intersecano fra loro. C’è chi cerca l’amore, chi lo trova, chi rivive un passato mai dimenticato, chi cerca stabilità trovando altro e chi scopre cosa voglia dire essere una star, insomma una commedia a tutti gli effetti che si salva grazie ad alcune interpretazioni, una di queste è il ruolo che Allen ha ritagliato per se: ovvero quello di un regista di opera in pensione che sbarca a Roma per conoscere i suoi futuri suoceri, Woody ci mette tutto il suo humour, i tempi comici, l’inconfondibile mimica dando vita ad un simpatico rendez-vous attoriale, quando oltre che regista e sceneggiatore era anche interprete dei suoi lavori. To Rome With Love, sebbene inizi e finisca in maniera del tutto opinabile, è una pellicola che non perde l’occasione per dare due o tre punzecchiate all’Italia e agli Italiani, ma purtroppo, su tutte cose vere, l’inspiegabile fama di personaggi del tutto sconosciuti e senza talento, la classe politica e quella religiosa, insomma siamo un popolo controverso, ma, decisamente irresistibile, e questo lo sa anche Woody Allen.
Sonia Serafini