Una Spia non Basta – Recensione
No, una spia non basta. Ce ne vogliono almeno due per contendersi l’amore della bionda Reese Witherspoon, una bella single a caccia dell’uomo della vita.
Il regista dal nome più breve che c’è, McG (che ha già diretto film per il grande pubblico pieni di star come Charlie’s Angels e Terminator: Salvation), si avventura nella strada non facile del miscuglio di generi che di questi ultimi tempi sembra andare di gran moda (si veda solo quest’anno il western fantascientifico Cowboys and Aliens con l’accoppiata Ford-Craig). Ed ecco Una spia non basta commedia rosa e spy story frullate insieme.
FDR Foster (Chris Pine) e Tuck (Tom Hardy) sono due agenti della CIA amici per la pelle che lavorano sempre in coppia. Tuck è separato dalla sua ex moglie con la quale ha avuto un figlio, FDR è un affascinante donnaiolo. Insieme sono i due agenti CIA più ammirati del loro ambiente, ma il loro legame va in crisi quando iniziano a frequentare la stessa donna, Lauren Scott (Reese Witherspoon) un’esperta nella valutazione dei prodotti che lavora per un’associazione a sostegno dei consumatori. La giovane però è tanto brava sul lavoro quanto una frana con gli uomini. La sua migliore amica la iscrive, a sua insaputa, ad un’agenzia di incontri on-line a cui ha aderito anche Tuck. Dopo un primo promettente incontro con Tuck che si conclude con la promessa di rivedersi, Lauren si imbatte in FDR che resta affascinato da lei. In breve, la ragazza si ritrova contesa fra i due amici che, accortisi di essere attratti dalla stessa donna, dichiarano aperta la sfida: che vinca il migliore.
Non che nella storia (anche recente) del cinema non mancassero le spy story tinte di rosa, un caso su tutti il poco riuscito Mr.& Mrs. Smith con la coppia glamour Pitt-Jolie che, galeotto quel film, divennero per tutti i ‘Brangelina’, ma le possibili variazioni sul tema possono essere tante.
Qui si gioca per lo più sul terreno della commedia con la protagonista a caccia dell’uomo ideale (con immancabile amica-confidente-consigliera) mentre del mondo delle spie è mostrato essenzialmente il lato “cool” e cioè viaggiare per il mondo, guidare auto sportive, maneggiare armi sofisticate. La ‘mission’ iniziale di dare la caccia al cattivone protagonista della movimentata scena d’apertura è abbandonata per gran parte del film e ripresa ‘al volo’ solo nel finale. Come dire, l’azione è il contorno mentre il piatto forte (si fa per dire) è il sentimento.
Cosa pensare di due super agenti segreti che, invece di avventurarsi in pericolose missioni, passano le loro giornate a sfidarsi nel corteggiamento della stessa donna e per far questo arrivano (un po’ troppo inverosimilmente) a utilizzare tutti i mezzi e gli uomini della CIA per spiare la loro bella? E che dire della bionda reginetta di tante commedie rosa intenta a guidare una decappottabile lanciata a tutta velocità su un circuito militare, volteggiare in aria su un trapezio e maneggiare un’arma da fuoco in un gioco di simulazione di combattimento? Ma noi continuiamo a preferirla quando balla da sola in casa, con addosso solo una felpa, al ritmo R & B di Montell Jordan.
Il cast è studiato ‘ad hoc’. Reese Witherspoon è lontana dai tempi dell’Oscar vinto nel 2006 per Walk the Line e vicina alle smorfie delle commedie che l’hanno resa famosa, Chris Pine fa bella mostra dei suoi bicipiti e del suo sguardo ceruleo, il più interessante attore inglese Tom Hardy è in vacanza da film più impegnativi che lo hanno imposto all’attenzione del pubblico come Inception.
Di difetti la pellicola ne ha, a cominciare da una sceneggiatura che gronda banalità da tutte le parti per finire con personaggi-stereotipo che hanno poco da dire. Due spie bellocce e una giovane a caccia dell’amore che da sognatrice romantica si trasforma in conquistatrice con pochi scrupoli arrivando a frequentare due uomini contemporaneamente (con il benestare dell’amica che non manca di sottolineare come gli uomini lo facciano da sempre).
E in mezzo? Location da urlo, bei vestiti, corpi scolpiti, fotografia patinata e musiche “giuste”.
Sentimenti con una spruzzatina di qualche scena ‘action’ ovvero evasione pura. Accomodatevi senza pensieri, la formuletta ‘easy’ è servita.
Elena Bartoni