Candidato a sorpresa – Recensione
Fin dove siete disposti ad arrivare per il potere? Quanto le vostre mani sono disposte ad infangarsi? I due protagonisti di questa commedia non si pongono affatto determinati quesiti, ma illustrano con demenziale irriverenza gli aspetti peggiori di una campagna elettorale.
Cam Brady è un onorevole rispettabile che si avvicina alle elezioni, sicuro di essere confermato nel suo mandato, talmente sicuro da compiere una enorme gaffe: convinto di telefonare alla sua amante in realtà chiama una rispettabilissima famiglia e ne dice di tutti i colori. A prendere la palla al balzo ci sono due potenti fratelli milionari che vogliono assolutamente assicurarsi che a capo del distretto ci sia un uomo in grado di garantire loro di fare i propri comodi, è così che entra in scena Marty Huggins. Marty è figlio di un potente ex politico che non nutre assolutamente alcuna stima per lui e non fa nulla per nasconderlo, sebbene a primo impatto possa sembrare il meno adatto a ricoprire quel ruolo, Huggins sa cosa vuole. Il problema è come ottenerlo, è per questo che i due fratelli lo affidano ad una specie di bandito motivatore che lo indirizzerà verso le giuste strategie, facendone un’arma da guerra, anche troppo. Inutile raccontare la serie di gag e dispetti che i due candidati si lanceranno, fra tradimenti ed umiliazioni pubbliche, il regista Jay Roach (Ti presento i miei, Austin Power), decide di porre la sua attenzione sul mondo politico per illustrarci ancora una volta, i sotterfugi e la tirannia che si celano dietro le fila di chi governa i nostri paesi. Sceglie l’America, attaccando in maniera scanzonata, quella che è la superpotenza mondiale, e le sue spettacolari campagne elettorali, decidendo di farlo attraverso la bravura dei suoi protagonisti: Will Ferrell e Zach Galifianakis. Un popolo che viene descritto come credulone, facilmente influenzabile e abbindolabile a seconda di come una cosa viene detta, ma la pellicola non vuole fungere da critica sociale, si limita ad un affronto superficiale di quella che è la giostra mediatica e i suoi componenti. Se si pensa poi al periodo in cui è stato presentato non può che essere dannatamente attuale. Chissà se i concorrenti alla Casa Bianca lo andranno a vedere.
Sonia Serafini