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Ralph Spaccatutto – Recensione

Che cosa succede quando un cattivo decide di redimersi? Nel mondo dei videogame questo capita a Ralph Spaccatutto, antagonista del buon Felix Fix-it che aggiusta sempre ogni cosa che Ralph rompe. Alla fine di una dura giornata di lavoro, dove Ralph “spacca” ripetutamente un intero condominio, Felix viene celebrato per aver sistemato i danni di Ralph mentre quest’ultimo è costretto ad andare a dormire nella sua casa nella discarica, o prendere il treno e raggiungere gli altri videogiochi (passando per i cavi elettrici).
Il regista Sam Levine è riuscito con “Ralph Spaccatutto” a ricostruire all’interno del film una vero e proprio mondo dietro la classica facciata dell’Arcade, la storica sala giochi che resiste ancora oggi nonostante le innovazioni tecnologiche. Uno spazio ludico che muta nel tempo e unisce ai giochi moderni quelli classici, proprio come Ralph, che nel film celebra il suo trentesimo anniversario.
Quando la Disney si applica ce la mette davvero tutta e “Ralph Spaccatutto” è davvero un film ben costruito che strizza l’occhio a quelle generazioni, non più tanto “fanciulle”, che passavano intere giornate a giocare a SuperMario Bros, o a Street Fighter, tanto per citare due dei videogame presenti all’interno della pellicola.
Presentato all’interno della sezione “Alice nella Città” nell’ambito del settimo Festival Internazionale del Film di Roma in “Ralph Spaccatutto” lo spunto di riflessione alla base è principlamente uno: cattivo non significa non essere buono, un concetto non sempre in evidenza nelle pellicole disneyane e una filosofia di vita applicabile anche al di la del settore ludico.

Eva Carducci

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