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Italian Movies – Recensione

Fiction e vita vera, due modi opposti di girare all’interno di uno studio televisivo, di giorno e di notte. Una telecamera e il suo potere, oggi più che mai.
Italian Movies di Matteo Pellegrini, presentato in concorso nella sezione “Prospettive Italia”, racconta una storia singolare ma emblematica. Siamo a Torino, negli studi televisivi della produzione Studio61, nei cui teatri si produce una famosa telenovela, lavora di notte un gruppo addetto alle pulizie costituito da rappresentanti d’ogni paese. Una notte tre di loro, Dilip, Ben e Mako scoprono la porta blindata del deposito delle telecamere aperta. A Dilip viene un’idea: prenderne in prestito una per regalare a un suo amico il filmino del suo matrimonio. Il filmino ha successo e lo sposo chiede di poterne avere tante copie a pagamento. Mako intuisce l’opportunità che gli si sta presentando e in poco tempo il gruppo, a cui si uniscono successivamente le colleghe Charlotte e Laloo, mette su una remunerativa attività di riprese per cerimonie di ogni tipo per le diverse etnie della città che li fa osare sempre di più. Fino ad impadronirsi dei teatri di posa della telenovela, deserti di notte, per filmare le storie della gente normale e da mandare alle loro famiglie lontane. 
Un indiano, un russo e un italiano …. No, non è l’inizio della solita barzelletta ma la divertente storia di un gruppo di colleghi di etnie diverse addetti all’umile lavoro delle pulizie che si trasforma in filmakers di successo!
Attori e persone comuni, telenovela e realtà, emozioni costruite a tavolino e sentimenti veri, il film ruota interamente su questo gioco di opposti. Due visioni della realtà, una distorta e falsa, l’altra vera anzi verissima. Due modi di usare una telecamera. In tempi di dominio assoluto dei “reality show” in cui l’occhio della telecamera spia frammenti di vita vera (o presunta tale) per restituirli in pasto a un pubblico dall’occhio sempre più affamato di guardare, spiare, entrare nella vita altrui, si mostra ora il lato migliore di quell’occhio “diabolico”. Lo stesso strumento può filmare una brutta telenovela di giorno in cui tutto è finto e tutto obbedisce solo alle scelte di produttori che si fanno guidare da interessi o bassi istinti (un vero “classico” il produttore che decide di far “morire” un’attrice sfiorita per far posto alla disinibita attricetta di turno) ma può registrare preziosi e autentici frammenti di vita vera per portarli lontano nel mondo. Quella stessa vita che, con un solo segnale, può improvvisamente come per magia “invadere” i canali televisivi di un intero paese. Quella vita che emoziona e commuove, davvero senza filtri.
Il merito di Matteo Pellegrini, qui al suo primo lungometraggio dopo anni di videoclip musicali e spot pubblicitari, è di prendere uno spunto interessante e trasformarlo in frizzante commedia dolce-amara. Un film semplice e leggero ma capace di emozionare e divertire grazie anche a un gruppo di bravi attori su cui spiccano Aleksei Guskov (noto al grande pubblico come interprete del commovente Il concerto di Radu Mihaileanu) e Michele Venitucci (i RIS televisivi e Il seme della discordia di Pappi Corsicato al cinema).
Una chicca finale: non perdetevi i titoli di coda in cui un sorprendente Filippo Timi (che nel film si ritaglia una partecipazione speciale) regala un gustoso show attorniato da un gruppo di danzatrici del ventre.

Elena Bartoni    
 

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