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7 Psicopatici – Recensione

Martin McDonagh a quattro anni distanza dal premiato In Bruges, torna al cinema con 7 psicopatici, una pellicola a metà fra il pulp e la commedia.

Colin Farrell è Marty, uno scrittore alcolizzato che deve sceneggiare un nuovo prodotto per Hollywood, il titolo c’è ed è alquanto contorto, a mancare però sono trama e contenuti. Ad aiutarlo a realizzare la storia ci mettono tutto il loro impegno i personaggi di contorno, a partire dal bravissimo Sam Rockweel, Billy, attore dai lati nascosti e migliore amico di Marty, che cerca di spronarlo raccontandogli continue storie di psicopatici per spronarlo. Marty mai si sarebbe immaginato di arrivare a conoscerli questi folli personaggi, come Hans (Christopher Walken), marito integgerimo che tutti i giorni va a trovare la moglie malata di cancro in ospedale, e che per mestiere rapisce cani per avere la ricompensa. Il bizzarro trio si ritroverà coinvolto nel rapimento di un cane sbagliato quello di un super boss ( Woody Harrelson) completamente fuori di testa. Da quel momento in poi la loro vita diventerà un road movie per la sopravvivenza e la scrittura creativa di 7 Psicopatici.
La pellicola è un geniale susseguirsi di avvenimenti, battute e sketch che stuzzicano lo spettatore, una comicità mai banale e avvincente che rendono la trama in continua interazione con il pubblico.
Punta ancora su Colin Farrell il regista inglese, questa volta ironizzando sul suo personaggio e sul passato dell’attore, che si cala perfettamente nei panni dello scrittore con problemi d’alcolismo, insicuro e quasi buffo, caricaturiale e simpatico, che si differenzia da tutti i personaggi interpretati fino ad adesso.
Eppure il vero trainer di questo film è su tutti Sam Rockewell, esplosivo, comico e..psicopatico quanto basta.
 
Sonia Serafini

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