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La scoperta dell’alba – Recensione – 2

Caterina e Barbara sono due sorelle traumatizzate da bambine per la scomparsa del padre, forse rapito dalle brigate rosse trent’anni prima. Caterina è fidanzata e attende di vincere il concorso all’università. Barbara invece è manager di un gruppo musicale. Entrambe accomunate dallo stesso vuoto del padre e dall’angoscia di scoprire la verità.
Susanna Nicchiarelli, che prende anche parte al film nel ruolo di Barbara, mette insieme un film drammatico reso molto bene dalla persuasiva recitazione di Margherita Buy, ma che sa essere anche divertente in alcuni momenti per poter alleggerire la tensione, grazie al fidanzato della Buy interpretato da Sergio Rubini.
Il viaggio attraverso i ricordi, attraverso i luoghi di Roma e Ostia dove la Buy protagonista ha vissuto e dove cerca di convivere in una sorta di caos calmo.
L’interpretazione onirica che la Nicchiarelli riesce a dare alla storia è molto affascinante, in particolare con le “telefonate” che le due sorelle hanno con le proprie bambine interiori, con il loro Io più nascosto.
La scoperta dell’alba è appunto la lenta scoperta della verità attraverso continue domande e flashback che portano alla luce particolari indispensabili alla ricerca.
Secondo lungometraggio di Susanna Nicchiarelli, La Scoperta dell’alba, è un film ben riuscito fondendo l’autarchia alla Moretti alla fratellanza conflittuale alla Luchetti.

Eleonora Taddei

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