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Il grande e potente Oz – Recensione

Un incanto per la vista il magico regno di Oz, abitato da streghe buone e cattive, scimmiette volanti, bambole di porcellana, falegnami ingegnosi e nani canterini sullo sfondo della città di Smeraldo, una natura rigogliosa e una tetra foresta oscura. È questo lo scenario creato per  “Il grande e potente Oz”, ultimo film in 3D firmato Disney, che racconta le origini del mago di Oz, protagonista dei romanzi di L. Frank Baum, scritti tra il 1900 e il 1920. La mancanza di un’origine ben precisa del famoso personaggio, mai delineata, né specificata dal suo scrittore, ha affascinato il produttore Joe Roth (“Biancaneve e il cacciatore” e “Alice in Wonderland”) a tal punto da mettere in scena il prequel delle avventure della piccola Dorothy, raccontate nel 1939 dal regista Victor Fleming (“Via col vento”).

James Franco è Oscar Diggs, un mago da fiera dalla dubbia etica, ma dalle grandi ambizioni: diventare un uomo ricco e potente. Il modello a cui si ispira, più volte nominato nel film, è l’inventore Edison, vero genio della sua epoca. La scena si apre in Kansas dove Oz, diminutivo di Oscar, si guadagna da vivere con spettacoli e trucchetti di magia, ingannando la gente. Dopo una rocambolesca fuga su una mongolfiera, travolta da un terribile uragano, Oscar giunge nel regno di Oz, presso la città di Smeraldo, dove il popolo attende, secondo la profezia del saggio e defunto re, un mago che salvi tutti dal flagello della strega cattiva. Di fronte alla ricchezza della città, Oz pensa di poter diventare il grande uomo che ha sempre desiderato, ma prima deve portare a termine la missione di uccidere la strega cattiva, mostrandosi all’altezza di quello che il popolo crede che lui sia: un vero mago, capace di reale magia, e non un impostore. Il protagonista è in balia di tre streghe: Theodora (Mila Kunis), la strega cattiva, Evanora (Rachel Weisz), e la strega buona, Glinda (Michelle Williams). Ad accompagnare Oz nella sua avventura, una delicata bambola di porcellana e la fedele scimmia volante.

Sam Raimi (“Spider Man”) dà ancora una volta prova delle sue magistrali doti registiche con la sapiente mescolanza di scene reali, d’azione, ed effetti speciali. Dagli originali titoli di testa, in cui si ha la percezione di trovarsi in un teatro delle marionette, fino al passaggio dal Kansas in bianco e nero al regno di Oz coloratissimo e luminosissimo, con l’espansione dello schermo e del 3D, si resta incantati ed affascinati da un mondo fantastico creato ad opera d’arte. È evidente che il punto di forza del film risulti più nella scenografia, che nella storia in sé. La sceneggiatura è infatti appiattita sulla semplice dicotomia fiabesca del bene e male, con dialoghi scarni e personaggi stereotipati. Pertanto, seppur gli attori calzano bene le loro parti, di certo non possono esprimere al meglio le loro doti e capacità. Rachel Weisz interpreta la tipica strega cattiva avida di potere, mentre Michelle Williams è, nelle azioni e nell’aspetto, eterea e smielatamene buona. Un’evoluzione è accennata per il personaggio della strega Theodora ed Oz. Quest’ultimo in particolare mette a frutto la sua natura di impostore per una buona causa, mostrando a se stesso e agli altri il suo lato migliore.
 
Tirando le somme, “Il grande e potente Oz” è adatto ad un pubblico di piccini e adulti: i piccini resteranno incantati dalla fiaba raccontata, per loro sufficientemente avvincente, e gli effetti speciali, mentre gli adulti rimarranno affascinati solo da questi ultimi. Ciò basta per rendere il film ben riuscito e piacevolissimo per tutti.

Elisa Cuozzo

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