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Gli amanti passeggeri – Recensione

L’irriverente ritorno di Almodovar si snoda sui fili di una commedia provocatrice, sensuale e ad alta quota. “Gli amanti passeggeri” è un aereo in volo dalla Spagna al Messico con a bordo opinabili passeggeri, un guasto tecnico gli imporrà di dover girare su stessi per tutta la notte in attesa di un aeroporto libero per un atterraggio di emergenza. Si trasforma così quello che doveva essere un semplice volo internazionale in una vera odissea ad alta quota. E’ la commedia dell’assurdo quella che dipinge il regista spagnolo, sapientemente con molta più leggerezza dei suoi lavori passati, ma con il tocco indistinguibile di talento. Almodovar si sa è provocazione, irriverenza e sagace comicità, di chi osa e ama ironizzare su quelle che sono le spine della vita, gli argomenti scomodi della società. Alla sua maniera inserisce nei protagonisti una donna che ha fatto del fascino il suo mestiere, un attore sull’orlo di una crisi di nervi, una santa fanciulla che si “scaferà” proprio a bordo, una coppia di neo sposi, un killer e un uomo in fuga. I passeggeri della prima classe sono i veri protagonisti della pellicola, anche perché pur volendo i restanti sono stati tutti sedati per non farli accorgere del guasto!
Eppure le vere punte di diamante le troviamo negli steward, l’equipaggio formato da tre omosessuali, comandante e secondo pilota dalla sessualità molto ambigua, sono lo snodo vincente di un film che a tratti lascia a desiderare, la verve, la carica e gli intermezzi comici affidati ai tre (balletto compreso tra un sedile e l’altro), segnano l’impronta di una promiscuità bisex di chi ha voglia di divertire e far divertire. La pausa da quello che ci ha abituati ad essere il cinema di Pedro Almodavar, strizza l’occhio alle sue origini, a “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”, a “Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze”, seppur non cedendo mai nella ripetizione, dipingendo uno degli aerei più strani nei quali sarete saliti a bordo! Alla sua uscita spagnola “Gli amanti passeggeri” ha fatto il record di incassi, tornando ufficialmente a “casa” con genere e pubblico, ci auguriamo che anche l’Italia sappia apprezzarlo come merita.

Sonia Serafini

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