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The Host: Recensione

Dopo il fenomeno Twilight torna sul grande schermo l’adattamento cinematografico di un romanzo della scrittrice americana Stephenie Meyer. Il libro in questione è The Host, scritto quasi in contemporanea con la saga dei vampiri Cullen, ma notevolmente distante per trama e ambientazione.

Uno sci-fi pieno di buoni sentimenti in cui la razza umana è quasi estinta dalla Terra a causa della colonizzazione di alieni che si impossessano dei corpi umani insinuandosi all’interno di essi. In questo contesto la protagonista Melanie (Saoirse Ronan) lotta per la sopravvivenza, ma viene catturata, e all’interno del suo corpo viene innestata l’aliena Wanda. Il forte spirito di volontà e di voglia di vivere di Melanie permetterà all’extraterrestre di capire il valore degli esseri umani e dell’amore, da cui scaturirà un triangolo sentimentale molto particolare con i due protagonisti maschili, interpretati da Max Irons e Jake Abel.

Sulla carta un buon film, ben realizzato e con buone interpretazioni dei protagonisti, ma in complesso The Host rimane un film avvincente solo a tratti, con un buonismo di fondo imperante che poco si addice a scontri alieni e lotta per la sopravvivenza umana. Lo zampino dell’animo buono e non violento della Meyer si fa sentire, purtroppo, anche qui.

Eva Carducci

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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