Recensioni Film

World War Z (La guerra mondiale degli zombi) – Recensione

I disaster e i zombie movies sono film visti e rivisti, materia trita e ritrita che ogni volta si cerca di rinnovare, rendere originale, verosimile e avvincente.
Nel caso di World War Z – La guerra mondiale degli zombi, kolossal fantascientifico, horror e post-apocalittico, l’ispirazione deriva dall’omonimo libro, tratto dal precedente Manuale per sopravvivere agli zombie, entrambi firmati dallo scrittore e sceneggiatore Max Brooks.

Eroe e protagonista indiscusso del film è Brad Pitt, alias Gerry Lane, che, dopo una carriera come investigatore dell’ONU, si ritira a vita privata per dedicarsi alla sua famiglia. Una mattina qualunque la famiglia Lane, con papà, mamma e figlie, si accinge a raggiungere luogo di lavoro e scuola ma, bloccata nel traffico, viene catapultata in una drammatica realtà: un virus che trasforma la gente in zombi sta prendendo il sopravvento. Le persone si contagiano a vicenda, il panico dilaga, gli zombi si accalcano come tante formiche alla ricerca di “carne fresca” di cui nutrirsi. Gerry prende la sua famiglia e inizia la corsa inarrestabile verso un luogo sicuro. Trasportato grazie all’aiuto dei suoi ex-colleghi su una porta aerei dove l’ONU concentra le sue ricerche e studia la linea d’azione da adottare, l’ex-agente delle Nazioni Unite viene richiamato al suo vecchio lavoro e inviato alla ricerca di un vaccino o un antivirus per annientare i nemici “infetti”. Inizia l’action movie e il viaggio dell’eroe in giro per il mondo: da New York, alla Corea del sud, a Gerusalemme. Le forze dell’ONU e dell’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) si uniscono per far fronte alla pandemia. Il tutto, in stile Io sono leggenda, assume i tipici connotati apocalittici che coinvolgono l’intero globo terrestre con il rischio della  fine del mondo e dell’estinzione dell’ umanità.

Alle prese con diversi generi cinematografici (Neverland – Un sogno per la vita, Il cacciatore di aquiloni, Quantum of Solace, Machine Gun Preacher) nel corso della sua carriera, non dispiace come Marc Forster affronti questa ulteriore prova da regista, i cui picchi si raggiungono con le ampie panoramiche, di grande effetto, sulle città invase dagli zombi. La regia segue bene la sceneggiatura, passata per le mani dei professionisti Michael Carnahan, J. Michael Straczynski (Changeling, Thor), Damon Lindelof (Lost, Prometheus, Into Darkness) e Drew Goddard (La casa nel bosco).
Discreta regia e buona sceneggiatura, tuttavia, non riescono a nascondere pecche troppo evidenti. Se da una parte la pellicola è fornita della giusta dose di tensione e suspence, soprattutto nelle scene d’azione più significative, dall’altra contiene momenti che suscitano di fronte a situazioni tragiche, drammatiche e serie, un’inaspettata ilarità. Gli zombie impazziti che sbattono la testa contro il muro sono decisamente esilaranti, così come fa sorridere la banale morte del giovane virologo, l’asso nella manica di Brad Pitt mandato in viaggio con lui per recuperare il vaccino. Suscita un lieve sorriso anche l’entrata in scena di PierFrancesco Favino, che nei primi secondi faccia a faccia con Brad Pitt sfoggia un’espressione seria e concentrata, poco convincente. Fortunatamente Favino si amalgama bene con la successiva scena d’azione accanto alla star di Hollywood in una performance dignitosa a favore del cinema e della recitazione italiana. Una nota di demerito va al 3D, ormai di moda e che potrebbe essere ben pensato per una pellicola di tale argomento, se non fosse che in World War Z la nuova tecnologia funzioni solo con un 1/3 del film. Il resto delle scene sono fruibili senza problemi con il 2D, così da far venir meno l’utilità della tridimensionalità, che in questo caso non costituisce alcun valore aggiunto al prodotto.

Tirando le somme, World War Z contiene dei buoni spunti narrativi (esempio: l’importanza e l’attaccamento del protagonista alla sua famiglia) e una sceneggiatura abbastanza avvincente da tenere lo spettatore incollato allo schermo fino alla fine. La sua definizione di horror non riguarda il sangue o scene cruenti ma solo un numero indefinito di zombi dal brutto aspetto, compensati dal fascino dell’ attore protagonista, che svetta nei panni del bell’ eroe.

Il film, nelle sale dal 27 giugno, è finalizzato all’ intrattenimento soprattutto degli appassionati del genere apocalittico e catastrofico, i quali, probabilmente, dato il finale aperto, rimarranno in attesa di un possibile sequel.
 

Elisa Cuozzo

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio