Oggetti smarriti – Recensione
Quante volte sarà capitato di perdere qualcosa, ma quando “l’oggetto” in questione è una persona e più precisamente una bambina di sei anni, la situazione rischia di diventare grave, nel caso di Oggetti smarriti, surreale.
Guido (Roberto Farnesi) è un professionista di successo, ama la bella vita, le donne e le auto veloci, ma uno dei suoi appuntamenti va all’aria quando la sua ex arriva e gli porta la piccola Arianna (Ilaria Patané), sua figlia, dicendogli di occuparsi di lei per la serata. Guido poco esperto cerca di fare del suo meglio e le cose sembrano anche andare per il meglio, finché la piccola Arianna scompare senza lasciare traccia. Dopo i primi tentativi di ritrovarla Guido si ritrova a telefono con la polizia e in seguito con l’Ufficio Oggetti Smarriti che lo porterà fino a Sofia (Chiara Gensini), l’affascinante vicina di casa che fino ad oggi non aveva mai notato.
La pellicola ruota intorno all’aggettivo smarrito, perso, sia per quanto riguarda la scomparsa della piccola Arianna, che lo stato d’animo del protagonista. Attraverso la voce del narratore, interpretato dal comico Michelangelo Pulci, ci si inoltra in quella parte di mondo rappresentata dagli oggetti smarriti: ricordi, memoria, paure e caos, lo smarrimento insomma.
L’ufficio “lost and found” del film, nient’altro è che un rifugio per tutti coloro che si sono persi nella selva oscura della vita e la diritta via gli viene fornita proprio da questo organo, come fosse una sorta di subconscio fattosi reale.
Guido, con la sua vita sregolata, sempre attorniato dal lusso, dalle belle donne e senza grandi valori morali, è proprio uno fra tanti che sembra aver bisogno dell’Ufficio Oggetti Smarriti in questione. La sua esistenza inoltre, è già stata toccata da una precedente sparizione, quella del padre e sembra quindi aver accantonato l’idea di famiglia e di stringere una relazione importante con qualcuno, quella che pian piano capirà di volere con sua figlia.
Bravissima la piccola Ilaria Patané al suo esordio al cinema, così come l’attrice Gorgia Wurth, nel doppio ruolo di fidanzata di Guido e operatrice dell’Ufficio Oggetti Smarriti brillante anche la sceneggiatura, che mantiene il film in bilico fra realismo e realtà parallela. Niente effetti speciali con CGI, ma estrema semplicità ed originalità che sanno stupire.
Divertente e alquanto estroso, Oggetti smarriti arriva sugli schermi dopo due anni dalla sua realizzazione (in poche copie) e grazie alla sua particolare narrazione. La grande forza del film sta proprio nel saper sdrammatizzare, quasi rendere assurda una situazione seria, come quella della sparizione di Arianna, è quindi dramma, ma anche commedia, che fa sorridere e riflettere.
Alice Bianco