Comic Movie – Recensione
Dopo aver visto la pellicola e aver appreso la presenza di tutta quella serie di attori di gran classe tra cui molti premi Oscar come Kate Winslet, Richard Gere, Hugh Jackman, Naomi Watts, la domanda sorge spontanea: come hanno potuto accettare?
Sì perché “Movie 43” se non è il peggior film della storia, gli si avvicina. Mettete insieme il peggio di “American Pie” e “Scary Movie” e fondetelo nella struttura da multistar dei film come “Capodanno a New York” o “Appuntamento con l’amore” e avrete ben in mente cosa possa essere questo film (che già chiamarlo tale è un eufemismo).
Al grido di “più è di cattivo gusto e più è volgare, meglio è”, si snodano 13 mini episodi senza capo né coda che fanno da collante per una storia di fondo che è quella di tre ragazzini alla ricerca di questo “Movie 43” , una sorta di Santo Graal che detiene in sé le sorti dell’intera umanità.
Alcuni di questi cortometraggi possono anche risultare simpatici se non altro per vedere certe celebrità alle prese con l’assurdo, come “The Catch” con Kate Winslet ad un appuntamento al buio con uno Hugh Jackman con i testicoli sul collo. Oppure il più sensato di tutti “Middleschool Date” diretto dall’attrice Elizabeth Banks ed interpretato da Chloe Grace Moretz, che si ritrova a fare i conti con il suo primo ragazzo, ma anche con il primo ciclo.
Ma se con il primo scappa la risata, con il secondo un sorriso, già con il terzo si comincia a sentire la pesantezza di quello che si sta vedendo: un accostamento continuo di celebrità con una solida e rispettosa carriera alle spalle, che di dimenticano chi sono stati e accettano di essere messi lì per risollevare le sorti di una pellicola senza alcun senso.
Non ci sono parodie, l’unica cosa che sembra venire a galla è il senso dell’orrido di quasi tutti gli episodi, in particolare quello che vede protagonisti Anna Faris e Chris Pratt in cui lui per dimostrargli il proprio amore deve fargli la “pupù” addosso, lasciando un senso di fastidio nello spettatore.
A coronare il tutto, l’idea, alla fine, di trasformare la pellicola in un disaster movie a causa proprio della visione del maledetto video 43. L’aridità dell’ambientazione in quelle scene sono un paragone perfetto dell’animo che pervade l’intera opera e che si trasmette ad un povero pubblico che ha letteralmente buttato i soldi del biglietto.
Se non fosse per quel cast stellare, il cui motivo per il quale certe rispettabili star hanno accettato di partecipare rimarrà uno dei tanti misteri irrisolti dell’umanità, il film finirebbe diretto nel dimenticatoio o forse no. Perché se per anni si è cercata la definizione di cinema spazzatura, con “Movie 43” avremo per sempre un esempio da lasciare ai posteri.
Sara Prian