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La Jalousie – Recensione

Con un bianco e nero che ricorda molto la Nouvelle Vague ed un tocco moderno alla Woody Allen senza tante battute di spirito, Philippe Garrell, già Leone d’Argento alla Mostra del Cinema del 2005 con “Les amants réguliers”, dopo l’insuccesso ottenuto due anni fa con “Un été brûlant”, ritorna oggi a far parlar di sé, fra numerosi sostenitori e sonori fischi, ma seppur non contenga nessun messaggio importante o originale, è un film piacevole e realistico.

Louis (Louis Garrell) è un trentenne attore di teatro che vive in un appartamento in affitto assieme alla sua nuova fidanzata, Claudia (Anna Mouglalis), un’attrice disoccupata. L’uomo ha una figlia nata da una relazione con un’altra donna che lui ha lasciato. Vede la piccola ogni tanto, la madre invece è costretta a lavorare per mantenere la figlia, perché il suo ex non le passa gli alimenti. Claudia, in passato stella del palcoscenico non trova più un ruolo per lei, l’uomo fa di tutto per procurarle una parte, ma tutto è inutile. La donna, intanto, lo tradisce con un famoso architetto e quest’ultimo le offre di vivere in un appartamento più grande. Disperato Louis si spara un colpo al petto, ma al polmone sinistro. All’ospedale giunge al capezzale la sorella ed assieme alla figlia e il teatro è l’unica cosa che gli resta.

Niente di più, niente di meno. “La jalouise” è una pellicola semplice, che non ha le pretese di essere un capolavoro né un film articolato o complesso, non presenta infatti nessuna particolarità dal punto di vista della sceneggiatura e il racconto è una serie concatenata di tradimenti che crea una vasta rete di relazioni.

Louis è il classico attore di teatro mediocre e squattrinato, il padre Philippe non lo mostra mai in azione, bensì solamente nella sua sfera privata, prima a litigare con l’ex moglie, poi andare d’amore e d’accordo con la nuova fidanzata e ripiombare nel baratro con la lite finale fra lui e Claudia, la rottura della loro relazione e il tentato suicidio.

La gelosia che da titolo al film è il sentimento che nella pellicola si percepisce maggiormente oltre all’amore: l’ex moglie di Louis è gelosa della nuova fidanzata dell’ex marito e del rapporto instaurato fra quest’ultima e la piccola Charlotte, a sua volta Louis sarà geloso del nuovo compagno di Claudia, l’architetto che le ha donato una casa più comoda e spaziosa, ed infine proprio Charlotte, che secondo il padre farfallone dovrebbe essere gelosa di tutte le donne che lo desiderano.
 
In mezzo al bianco e nero, creato appositamente per raccontare il passato dello stesso padre di Philippe Garrell, è proprio la figura della piccola Charlotte a rappresentare la purezza di spirito e degli affetti. Una bambina attrice che appare così spontanea da ispirare tenerezza e comprensione conferendo al film quel tocco di realismo e sensibilità che ne fanno una pellicola piacevole e guardabile, senza picchi di recitazione, ma una semplicità che era quella tipica proprio della Nouvelle Vague.

Alice Bianco

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