Amazonia 3D – Recensione
Dopo aver aperto con Gravity in rigoroso 3D, ecco che la mostra del cinema da il suo arrivederci al nuovo anno con un’altra pellicola in tre dimensioni: “Amazonia”.
Una storia d’avventura originale per tutta la famiglia quella che ci presenta il regista Thierry Ragobert, dove una scimmietta cresciuta in cattività, durante un trasporto, si disperde tra le selve dell’Amazonia. Qui dovrà imparare a riconciliarsi con un mondo che le appartiene di natura, ma che non conosce.
Una via di mezzo da Super Quark e un film Disney, dove al posto dell’animazione ci sono animali reali che, però, emettendo solo versi riescono a dialogare tra di loro, ma soprattutto con lo spettatore. La sensazione che si ha continuamente, infatti, è quella di sentirli parlare, di capire cosa si stanno dicendo attraverso un’espressività davvero sorprendente.
La protagonista, la piccola Sai, è un fenomeno e riesce a reggere sulle sue spalle un intero film senza mai far calare l’attenzione in un mondo che anche per lo stesso pubblico è nuovo e che ti viene voglia di esplorare.
Non manca il messaggio ambientalista, visibile soprattutto sul finale con l’intelligente scelta di Ragobert di lasciare alla protagonista la libertà di scegliere tra tornare nel mondo degli umani e vivere tra i suoi simili, ma “Amazonia 3D” è sorprendentemente una pellicola che sa offrire moltissimo, ponendosi a metà strada tra il documentario e un appassionante film di finzione.
Qui si parla dell’avventura di una scimmia abituata agli agi della vita tra gli uomini, che deve in fretta imparare a vivere da selvaggia, dovendo confrontarsi con le specie animali più disparate e i suoi simili, tra le quali c’è una piccola scimmietta di cui si innamora. La “storia” tra i due non andrà a genio al leader del branco, essendo anch’esso “invaghito” della stessa femmina. Leggendo così queste righe potremmo essere davanti a qualsiasi film girato con esseri umani ed, invece, Ragobert fa interpretare queste vicende prettamente antropomorfe a degli animali, sottolineando quanto la vita nella natura non sia poi così diversa.
Senza dialoghi, la pellicola scorre che è un piacere, inserendo anche momenti di tensione non da poco. Ma uno dei grandi motivi per cui il film conquista i cuori è Sai; una scimmietta che non si può non amare, con un’espressività da far invidia alle più grandi attrici di Hollywood, che dà significato ad ogni scena in cui è presente, facendo capire perfettamente allo spettatore le sue paure e quello che sta accadendo.
Sara Prian