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You’re next – Recensione

Degno erede di tutte le pellicole horror, splatter e thriller (per citarne qualcuna: Non aprite quella porta, Nightmare, Scream, Venerdì 13, Saw, The Strangers), You’re next è un progetto realizzato dal regista Adam Wingard e dallo sceneggiatore Simon Barrett, lo stesso team che nel 2011 confezionò il thriller A Horrible way to die, dal quale sono stati richiamati gli attori Aj Bowen, Joe Swanberg e Ami Seimetz.

Il film è un home invasion, una vera e propria carneficina famigliare consumata all’interno di una casa da parte di nemici esterni, armati di asce e balestre e con il volto coperto da una maschera, che, all’improvviso e inspiegabilmente, attaccano la famiglia Davison con l’intento di uccidere tutti.
 
Il pretesto per raccogliere i protagonisti (vittime) all’interno di uno stesso luogo è l’anniversario di nozze dei benestanti coniugi Davison (Aubrey e Paul) che, con l’occasione, riuniscono in una grande casa di villeggiatura i loro quattro figli con i rispettivi accompagnatori/accompagnatrici. Nella prima parte la pellicola mette in scena normali dinamiche famigliari con gelosie e invidie tra fratelli. Il realismo viene subito meno quando iniziano gli omicidi più cruenti, con agonie prolungate sotto gli occhi di genitori e parenti che piangono e si disperano. Fin qui gli ingredienti prevedibili, propri del genere, ci sono tutti: l’enorme casa situata in un luogo isolato, circondato da boschi, che ricorda il grande albergo di Shining (1980) o la casa sul lago di Funny Games (2007), è la tipica location di pellicole horror dove accadono le tragedie peggiori ed è sempre difficile, quasi impossibile, chiedere aiuto; la maschera è un elemento tipico che caratterizza i più grandi maniaci assassini del grande schermo (tra alcuni: l’omicida in Scream, Jason armato di machete, Saw); in ultimo, non mancano morti efferate e tanto sangue.

Nonostante gli elementi per niente nuovi, ma indispensabili per definire il film splatter e horror a tutti gli effetti, You’re next riesce a stupire e sorprendere per la posizione di spicco che Erin (Sharni Vinson), fidanzata di uno dei figli (Crispian), assume in modo inaspettato come unica e vera protagonista della vicenda. La svolta e l’originalità della pellicola sta, infatti, proprio nel personaggio della ragazza che, addestrata fin da piccola alla sopravvivenza, è l’unica a reagire in modo intelligente all’attacco degli assassini, a combattere e ad uccidere per difendersi; con la sua personalità forte, decisa e combattiva, Erin si trasforma, a poco a poco, da vittima a carnefice a tal punto da ribaltare completamente la situazione: saranno gli assassini ad aver paura e a doversi difendere da lei. Il film assume, così, un taglio inatteso che diverte, aumenta la suspance e l’adrenalina in modo da riuscire a tenere lo spettatore incollato allo schermo fino alla fine.

Da una parte, oltre alla prevedibilità, non mancano scene grottesche (come la morte della figlia dei Davison) o assassini e presenze che si nascondono o sbucano da sotto il letto. Dall’altra, la grinta e le iniziative di difesa di Erin, seppur caratterizzate da durezza e violenza, suscitano il sorriso accompagnato da reminiscenze estreme di personaggi come Rambo, McGyver e il piccolo Kevin McCallister in Mamma, ho perso l’aereo, che si ingegna per difendere la propria casa da malfattori.

Dopo la performance in Step Up 3D la giovane attrice Sharni Vinson si reinventa in un nuovo genere e in un nuovo ruolo mostrandosi capace di dominare la scena. Il film segna anche il ritorno sul grande schermo dell’attrice Barbara Crampton (nei panni della madre Aubrey Davison), protagonista dell’horror Re-Animator (1985).

You’re next è un prodotto che funziona grazie ad una sceneggiatura ricca di spunti e intuizioni originali, divertenti e inattesi tali da mantenere alta la suspance e rendere la pellicola meno scontata e più “diversa” di quanto si pensi.

Elisa Cuozzo

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