Cattivissimo Me 2 – Recensione
L’ormai ex genio del male Gru è divenuto un papà adottivo modello per le piccole Margot, Edith ed Agnes, ed ha accantonato i piani diabolici per dedicarsi alla produzione di marmellate. Di punto in bianco viene convocato (o sarebbe meglio dire prelevato) da un’associazione per la lotta contro il crimine, che richiede il suo aiuto per indagare su un ignoto super-malvagio intenzionato a dominare il mondo. Dopo mille avventure, oltre a salvare il genere umano, il nostro eroe troverà l’amore, dunque (alzi la mano chi non si aspettava questa svolta!) una mamma per le piccole di casa. Il Cattivissimo Me 2 può ricordare un altro sequel animato uscito lo stesso anno, Monsters University, perché nel differenziarsi dal precedente adotta le parole d’ordine “incremento” e “accelerazione”. Non è ricco di gag e trovate divertenti, ne è letteralmente saturo, e prova gusto nello spararle a raffica come un cecchino provetto. Scelta in fondo comprensibile, dal momento che la fase introduttiva era stata ampiamente consumata nel numero 1 e bisognava cavalcare a briglia sciolta la consolidata simpatia nei confronti dei protagonisti. Se siete rimasti conquistati dall’anima tenera e commovente del primo capitolo non temete, la ritroverete fresca ed intatta, ma tenete conto che in questo caso l’azione ed il comico dominano la messinscena e sono elevati all’ennesima potenza. Parte del pubblico adulto può trovarlo indigesto, un affastellamento di stimoli visivi talmente sovraccarico da rendere lo humor meno recepibile di quanto potrebbe essere. Gli altri, grandi o piccoli, possono abbandonarsi ad una festa scoppiettante dove i due registi sembrano mossi dalla gioia di stupire e divertire. Due pregi per tutti: i Minion spadroneggiano alla grande, promossi ad irresistibili macchine da risata surreale, e le tre bimbe si confermano tra i personaggi più adorabili nella storia dei cartoon. Merito anche, va detto, di un effetto 3D sfruttato al meglio delle potenzialità e di animazioni pregevoli che imprimono vitalità contagiosa alle espressioni dei personaggi. Riuscito il doppiaggio italiano sebbene l’impiego dei non professionisti, nella fattispecie Max Giusti e la cantante Arisa, continui a non essere pienamente soddisfacente.